Cina, censurato il film Return to Dust: danneggia l’immagine nazionale

Fabrizio Grasso
29/09/2022

Un successo in sala, il film Return to Dust in Cina è però stato rimosso dallo streaming. Per le autorità dipinge il Paese in chiave negativa. E online montano le polemiche.

Cina, censurato il film Return to Dust: danneggia l’immagine nazionale

La censura cinese ha colpito ancora una volta il cinema. Dopo il caso di Fight Club, con il cambio del finale per un quadro più favorevole al partito, Pechino si è scagliata contro un altro prodotto del grande schermo. A farne le spese, stavolta, la pellicola locale Return to Dust, presentata in anteprima al Festival di Berlino. Nonostante il grande successo al botteghino nazionale, il film è stato rimosso dalle sale e dalle piattaforme streaming del Paese, con blocchi anche sui social media. Secondo le autorità, offre una visione negativa della Cina che potrebbe danneggiare l’immagine della nazione. Immediate le polemiche online, soprattutto sul popolare Weibo, con numerosi appassionati che hanno criticato la decisione del governo.

La Cina ha rimosso dallo streaming il film Return to Dust. Danneggia l'immagine nazionale del Paese. E online intanto montano le polemiche.
Una scena del film cinese “Return to Dust” (Twitter)

Return to Dust, perché la Cina ha rimosso il film dalle piattaforme streaming

Nominato per l’Orso d’oro alla Berlinale 2022, il nuovo film di Li Ruijun offre uno spaccato della vita rurale nel Gansu, in Cina. Qui vive Cao Guiying, una donna disabile e sterile. Giunta ormai oltre l’età consona per un matrimonio, si ritrova al centro di un’unione combinata da parte della sua famiglia. Sposa Ma Youtie, un uomo di cui sin da subito però si innamora completamente. I due conducono una vita semplice, coltivando la terra e accudendo il loro asino. Quando lo sviluppo urbano minaccia la loro casa, intraprendono una vita piena di difficoltà in termini di salute, povertà e alloggio. Il cast coinvolge la star nazionale Hai Qing e un agricoltore locale senza esperienze nel cinema, Wu Renlin. Come ricorda il Guardian, sin dal suo debutto nelle sale della Cina, Return to Dust ha convinto il pubblico grazie alla sua visione realistica e intensa del mondo rurale.

Il forte realismo però ha spaventato le autorità, secondo cui il film di Ruijun dipingerebbe la Cina in chiave eccessivamente negativa e deleteria per il Paese stesso. Troppo intenso il divario fra la ricchezza delle città sponsorizzata dal partito e la povertà nelle campagne. Nonostante il successo al box office, si è dapprima cambiato il finale, più in linea con le ideologie governative, e poi deciso di cancellare le proiezioni in sala. Non solo, da lunedì 26 settembre il film non compare più nemmeno sulle piattaforme streaming. Impossibile poi anche commentarlo per via della censura ad ogni discussione su Weibo e i social. Cosa ha scatenato questa azione così drastica? Secondo il Guardian, la ragione risiede nel congresso del partito, atteso fra meno di un mese. L’obiettivo del governo è dunque garantire nel frattempo un clima di positività e stabilità nazionale.

Le reazioni della popolazione che hanno infiammato i social network

Immediata la reazione della popolazione, che ha riversato sui social network il proprio commento. Ieri un hashtag relativo alla cancellazione di Return to Dust ha ricevuto 300 mila interazioni, eppure solo pochi commenti sono ancora visibili. La Cina ha infatti censurato anche il collegamento con un messaggio di errore riportante ragioni «di leggi, regolamenti e politiche pertinenti». In tanti hanno criticato la mossa del partito, chiedendo se l’arte cinese fosse ormai uno strumento al servizio della classe dirigente. «Una scena accettabile deve per forza essere felice e fiorente per essere reale?», ha scritto un utente. Eppure non sono mancati messaggi di sostegno verso le autorità. Un utente ha apprezzato la decisione poiché timoroso che il film potesse essere usato dall’Occidente «per diffamare la Cina».

La Cina ha rimosso dallo streaming il film Return to Dust. Danneggia l'immagine nazionale del Paese. E online intanto montano le polemiche.
Wu Renlin e Hai Qing, protagonisti del film “Return to Dust” (Twitter)