Nuovo allarme del Pentagono. L’intelligence americana è preoccupata per l’espansione dell’arsenale nucleare cinese, mai come in questi anni in continua evoluzione. Nel 2020 Pechino aveva a disposizione circa 200 testate e si pensava che potesse raddoppiare il dato entro la fine del decennio. Ha invece tagliato il traguardo già ora, tanto da destare preoccupazione per il prossimo futuro. «Mantenendo il ritmo attuale, la Cina avrà 1.500 armi atomiche entro il 2035», si legge nel documento statunitense. «Siamo di fronte al solo Paese in grado di rappresentare una sfida significativa per gli Usa nel mondo». Fra le pagine c’è posto anche per un’analisi su Taiwan e sui rapporti con la Russia. Se per il primo si escludono imminenti interventi militari, meno chiara è la posizione nei confronti di Mosca, dove si parla di «interessi complementari».
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In Cina preoccupano non solo le armi nucleari, ma anche i test all’attivo
«Negli ultimi anni abbiamo visto un’espansione accelerata dell’arsenale cinese», ha confermato nel report il Pentagono. L’intelligence americana, come riporta un’analisi della Cnn, ritiene che la Cina vuole prendere il posto degli Stati Uniti come prima superpotenza mondiale anche in campo militare. Raddoppiate le testate nucleari in appena due anni, potrebbe raggiungere infatti numeri assai preoccupanti nella prossima decade. I dati attuali cozzano con ciò che Pechino ha sempre affermato, ossia realizzare un «deterrente nucleare snello ed efficiente». Washington ritiene che l’investimento della Repubblica popolare negli ultimi periodi sollevi diverse domande sui reali intenti della nazione.

Secondo il rapporto, la Cina ha inoltre condotto 135 test atomici nel 2021, più di tutto il resto del mondo assieme. A tal proposito, il Pentagono ha presentato nuovi dettagli sul lancio di un missile ipersonico nel luglio dello scorso anno, capace di fare il giro del mondo prima di colpire il suo bersaglio. L’intelligence di Washington afferma che il razzo ha volato per 40 mila chilometri, completando il tragitto più lungo della storia militare cinese fino ad oggi. In sviluppo anche armi spaziali, di cui però non vi sono dettagli. Numeri importanti che si aggiungono a un esercito da 1 milione di soldati, che vanta la più grande marina del mondo e la terza maggiore forza aerea sul pianeta. «Per popolazione, tecnologia ed economia, la Cina è la più grande sfida geopolitica per gli Usa», ha detto alla Cnn il generale Mark Milley.
La situazione attorno a Taiwan e i rapporti con la Russia
Il rapporto del Pentagono ha anche analizzato i potenziali rischi geopolitici futuri. Al centro dell’attenzione la situazione di Taiwan, da tempo fonte di tensione fra Pechino e Washington. L’intelligence americana al momento non teme interventi militari sull’isola, affermando invece come Xi Jinping intenda puntare sulla diplomazia e la pressione economica. «Anche se escludiamo imminenti invasioni, resta comunque elevato il livello di preoccupazione». Il report ha poi esaminato anche le relazioni che la Cina ha con la Russia di Putin soprattutto in virtù della guerra in Ucraina. I due Paesi sarebbero legati da «interessi complementari», ma l’invasione di Mosca dello scorso febbraio avrebbe complicato i rapporti, ancora oscuri e indecifrabili. Il Pentagono ha confermato che effettuerà a tal proposito ulteriori analisi nel prossimo futuro.
