Grossi guai per Chiara Ferragni. Nella giornata di oggi la Guardia di Finanza ha infatti aperto un’istruttoria nei confronti della Balocco Industria Dolciaria, l’azienda che lo scorso Natale ha avuto la possibilità di collaborare con l’influencer per il lancio di un pandoro a scopo benefico.
La Guardia di Finanza nella sede dell’azienda dolciaria che ha collaborato con Chiara Ferragni per un progetto di beneficenza
Lo scorso dicembre l’imprenditrice digitale aveva annunciato una pregevole iniziativa insieme a Balocco. L’azienda ha infatti deciso di vendere per beneficienza lo speciale Pandoro brandizzato Chiara Ferragni, con tanto di polverina rosa. Il progetto, teoricamente, doveva aiutare l’ospedale Regina Margherita di Torino con fondi per la ricerca. La realtà dei fatti però potrebbe essere diversa.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha infatti aperto un’istruttoria sulla Balocco. Sembra che l’azienda abbia pubblicizzato in modo ingannevole la campagna commerciale. In base alla ricostruzione dell’Antitrust, comprando il prodotto consumatori si erano convinti di aiutare il nosocomio piemontese nella ricerca per le cure contro l’Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Erano in tanti, dunque, a pensare che i loro 9,99 euro sarebbero andati in beneficenza.
In realtà, la società già aveva deciso l’ammontare della sua donazione all’ospedale torinese, a prescindere dal numero di pezzi smerciati. Ecco dunque i motivi dei controlli presso l’azienda, effettuati con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

La reazione di Selvaggia Lucarelli
La giornalista ha dedicato alla vicenda un post, sottolineando che già in passato aveva fatto notare che rispetto a questa campagna aveva notato qualcosa di strano. Nel merito della questione Selvaggia Lucarelli ha dunque scritto: «Stamattina tutti i giornali stanno riportando la notizia dell’indagine dell’Antitrust sulla campagna del Pandoro Balocco griffato Ferragn. Un prodotto lanciato come una fumosa iniziativa di beneficenza. Mi occupai di questo tema su Domani e nel podcast il Sottosopra e lo feci con grande meticolosità, soprattutto perché come saprete seguo il tema della cattiva beneficenza da anni. La mia inchiesta fu totalmente ignorata dai giornali o trattata, al massimo, come la polemica, “selvaggia attacca” e le solite idiozie che riducono il giornalismo al pollaio».
Selvaggia Lucarelli ha concluso aggiungendo: «Non so come finirà, ma al di là degli esiti dell’indagine della guardia di finanza e dell’Antitrust per me resta un’iniziativa opaca, che fu portata avanti sia da Balocco che da Chiara Ferragni in un modo che dovrebbe finire del manuale delle cose che si chiamano beneficenza ma dovrebbero chiamarsi “operazione commerciale con una micro spruzzatina di beneficenza”. Nel frattempo, il mio lavoro è stato trattato come una bega da rosicona. Cosa a cui sono abituata. P.s. Con le uova di Pasqua, Chiara Ferragni fece un’operazione molto simile, ma nessuno ovviamente ci mise il naso dentro. Fa bene a pensarsi libera, perché con questo giornalismo inginocchiato è libera di fare quel che cazzo vuole, in definitiva».