Bambini e social: quanta ipocrisia negli attacchi ai Ferragnez

Paolo Landi
23/10/2022

Secondo i giustizieri di Instagram i Ferragnez sfrutterebbero dickensianamente i propri pargoli. Nessuno trova invece da ridire sui casting per spot e sfilate o per pulcini allenati all'agonismo. E neppure sui figli strumentalizzati nelle campagne elettorali. È la solita ipocrisia italiana. Di destra e di una certa sinistra.

Bambini e social: quanta ipocrisia negli attacchi ai Ferragnez

Chiara Ferragni, così lucida nel perseguire i suoi obiettivi di business adeguando la sua vita a quelli, scatena nell’Italia consegnata dal voto alle destre la gara a chi è più moralista. È il contrario della massaia che piacerebbe a Giorgia Meloni, che sforna torte e fa il presepio la vigilia di Natale, ma è anche il contrario della “politicamente corretta” che va di moda a sinistra. L’altro giorno ha fatto imbestialire i guardiani di Instagram, rimuovendo un video in cui la tata diceva al figlioletto qualcosa del tipo: «Ancora un sorrisino, poi abbiamo finito…». I giustizieri di quel social network ci hanno visto subito Dickens, con i piccini sfruttati, i profumi comprati dalla mamma risparmiando sui balocchi del bambino, il lavoro minorile mascherato per far muovere l’algoritmo. E via con le accuse di ipocrisia, i «vergognati!», la difesa dell’infanzia che deve sempre essere pixelata, con le stelline che coprono la faccia dei piccoli per avere legittimità di essere mostrata, con i conti della serva su quanti video sarebbero costretti a subire i figli dei Ferragnez, senza che mai possano dire «non mi va» o «ora basta».

https://www.instagram.com/p/CjvBIJdIVX8/

Nessuno però si indigna per i casting per spot e sfilate

I bambini che fanno casting a ripetizione per le pubblicità e le sfilate di moda; i pulcini allenati all’agonismo fin dalla più tenera età, sugli sci, nelle piscine, sui campi di tennis, di calcio, di basket, di rugby; le scuole di danza che li massacrano, quelle di inglese che li torturano, non provocano le stesse reazioni: lì sembra andare tutto bene, i pargoli sfruttati in vari modi, ma funzionali a una società che li vuole più che altro occupati, non disturbano. Genitori che lasciano il lavoro per portare i figli ai provini per gli spot, dove se vengono presi guadagnano in un giorno quanto il papà prenderebbe in un mese, non suscitano la stessa riprovazione di Ferragni: la madre-madonna, anche bionda per di più, che d’accordo con la tata costringe i figlioletti a sorridere in favore di videocamera sembra troppo. Si tira in ballo il libero arbitrio dei bambini che non hanno la facoltà di decidere se comparire o no sui social: come se questa possibilità fosse un diritto che sono abituati a esercitare in tutte le altre occasioni, e suscitando scandalo solo quando li postano su Instagram. Cosa diranno da grandi?, ci si chiede pensosi. Saranno persone felici o la sovraesposizione infantile li avrà irrimediabilmente corrotti? Avranno bisogno di uno psicanalista? Non ci è dato sapere.

Bambini e social: quanta ipocrisia negli attacchi ai Ferragnez
Fedez e Chiara Ferragni alla presentazione della serie The Ferragnez (Getty Images).

Se i Ferragnez sono un modello di famiglia ‘disturbante’ 

Certo è che il modello di famiglia che i Ferragnez vanno raccontando è parecchio disturbante: un papà con le unghie dipinte come quelle della mamma, una mamma con un po’ meno tatuaggi di quelli del papà e che verosimilmente guadagna più di lui, tutti e due che appaiono scandalosamente felici mentre lavorano divertendosi, avendo inventato questa nuova fonte di reddito che consiste nel mettere in scena se stessi, ogni ora, ogni minuto della giornata, potendo contare sulla dabbenaggine o sulla lungimiranza (ancora non si sa) di alcune aziende che per vederli far questo li pagano. Un modello di famiglia che non c’entra nulla con quello che piace a Meloni e a chi l’ha votata. I Ferragnez non hanno battezzato i figli («Decideranno loro quale religione scegliere quando sono grandi», disse Chiara, facendo già capire che avrebbero scelto di essere apostoli di Zuckerberg, nell’unico paradiso che paga subito). Meloni preferisce farsi scudo con la famosa privacy, quella che tuttavia non le impedisce di esibire, sbattendolo qua e là sui social quando si avvicinano le elezioni, il sangue del suo sangue per succhiarne un po’ e riprendere energia.

Tod's ha annunciato che Chiara Ferragni ha perso i requisiti per essere un membro indipendente del proprio cda.
Chiara Ferragni (Getty Images).

La coppia di influencer ci costringe a fare i conti con il nuovo capitalismo digitale

Un modello di famiglia che non piace nemmeno alla sinistra, da quando ha scoperto il galateo delle Ztl, e per la quale i Ferragnez sono troppo poco borghesi, con quel coattume che tentano invano di nascondere, ma che continuamente riemerge da sotto i tappeti dell’attico a Citylife. Così, in silenzio (si fa per dire) questa coppia moderna ci costringe a fare i conti con il nuovo capitalismo digitale, che penetra nelle loro e nelle nostre vite trovando nuovi modi di sfruttarci senza che ce ne accorgiamo, suscitando odio e amore tra cuoricini e pollici giù, in una sublimazione della lotta di classe che nel linguaggio dei social significa amare o odiare Ferragni. Che, per ora, vince sempre, perché costringe le vendicatrici e i vendicatori di Instagram a parlare e a sparlare di lei, mentre quel mondo lì, degli opinionisti radical, lei, aristocraticamente, non lo calcola, lo ignora proprio.