Chiara Ferragni era partita male. «Politici fate schifo», aveva detto in non so più quale occasione: una di quelle frasi che non si dovrebbero dire mai, perché rivelano il grado zero non della cultura politica, della cultura tout court. Ma lei l’aveva detta, andando a ingrossare le schiere dei qualunquisti, quelli del «sono tutti uguali», gente che, se ti capita di averla accanto a tavola, sposti subito la conversazione sul tempo pur di non ascoltare quest’altro tipo di sciocchezze. Ora ha fatto una story su Instagram che risarcisce chi l’aveva già rubricata tra i vaffanculo grillini: Chiara non sbaglia nulla, questa volta.

Chiara è una donna e una giovane madre: può incidere sull’argomento
«Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano. Fratelli d’Italia ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni». Se vuoi incidere parla di qualcosa che ti riguarda: e Chiara è una donna e una giovane madre. Cita un avvenimento davvero accaduto: nelle Marche – dove presidente della Regione è Francesco Acquaroli, di Fratelli d’Italia (Wikipedia dice: in precedenza Movimento sociale italiano e Alleanza nazionale) – abortire è diventato più difficile che in Texas, la Regione si rifiuta infatti di applicare le linee guida sull’aborto farmacologico, perché il leghista Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità, si sente in dovere di «salvaguardare la vita» che secondo lui è «un principio di etica cristiana». La Meloni col presepe, Salvini col rosario e le squadracce al seguito fanno inorridire i cattolici autentici, eppure sono loro che si arrogano il diritto di spargere una patina di religiosità finta su una legge approvata dallo Stato. Finché lo fanno sulle loro vite proclamandosi cristiani e invocando la Madonna di Medjugorje ma essendo pluridivorziati, agnostici, puttanieri, conviventi more uxorio, fatti loro: al cinismo non c’è mai fine.

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Forse l’influencer ha imparato a riconoscere le differenze
Ma la Ferragni segnala un pericolo questa volta, partendo da una microstoria: come farebbe un sindaco che ha a cuore il bene dei suoi cittadini, al di là delle ideologie, richiama al dovere di votare e di farlo contro la destra, che usa le Marche come laboratorio nazionale, per arrivare a imporre il “credo” fasullo dei Fratelli d’Italia e dei leghisti su qualcosa che riguarda un diritto civile. “Politica Netflix“, l’hanno subito bollata, anche perché sono ancora molti a credere che Chiara Ferragni pubblicizzi più che altro sé stessa. Ma preferiamo credere che il recente incontro con Liliana Segre abbia aperto quei suoi splendidi occhi azzurri e oggi Chiara non pensi più che un politico vale uno perché tanto sono tutti ladri, come si sente dire qualche volta al bar, e abbia imparato a riconoscere le differenze. Qualche tempo fa si è fatta un selfie mentre tira fuori la lingua in ascensore: qualcuno ha sostituito lo smartphone con un libro, Il Capitale di Karl Marx, che per Chiara, se ne leggesse qualche pagina, sarebbe una prelibatezza sconosciuta. Quello che non vorremmo mai però è una Ferragni “di sinistra”. Ci basta una Ferragni intelligente, come quella che ha pubblicato questa story su Instagram.
