Chi sono Roberto Fiore e Giuliano Castellino, i leader di Forza Nuova arrestati dopo gli scontri a Roma

Redazione
10/10/2021

Il primo è fondatore dell'organizzazione neofascista. Il secondo il suo luogotenente romano. I profili.

Chi sono Roberto Fiore e Giuliano Castellino, i leader di Forza Nuova arrestati dopo gli scontri a Roma

Tra i 12 arrestati per le violenze squadriste alla manifestazione No Green Pass di sabato 9 ottobre a Roma ci sono anche Roberto Fiore e Giuliano Castellino, rispettivamente leader Nazionale e romano di Forza Nuova.

Chi è Roberto Fiore, leader di Forza Nuova

Roberto Fiore, classe 1959, fin da giovanissimo milita nell’area di estrema destra. Nel 1977 fa parte di Lotta Studentesca e nel 1978 fonda con Giuseppe Dimitri e Gabriele Adinolfi il movimento eversivo Terza Posizione rimasto attivo fino al 1982, quando ormai Fiore si trova all’estero. Nel 1980 infatti fugge a Londra dove ottiene lo status di rifugiato politico per evitare un ordine di cattura relativo alle indagini sulla strage del 2 agosto a Bologna, da cui comunque è dichiarato estraneo. Nel 1985 Fiore è condannato per il reato di associazione sovversiva e banda armata, ma il Regno Unito non lo espelle. Secondo alcune fonti, Fiore avrebbe beneficiato della protezione dei servizi britannici. Fiore torna in Italia solo a reati prescritti, nel 1999 come imprenditore: in Inghilterra ha infatti fondato con Massimo Morsello (riparato con lui nel Regno Unito) la Meeting Pot poi ribattezzata Easy London, un’agenzia che si occupa di trovare alloggi e lavoro ai giovani che si trasferiscono nella capitale inglese. Nel 1997 i due fondano il partito politico Forza Nuova che debutta alle elezioni del 2001 non superando l’1 per cento. Due anni dopo Fn si allea con Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Nel 2008 Fiore entra al Parlamento europeo proprio al posto di Mussolini. Nel 2013 Forza Nuova corre alle Politiche con Fiore candidato premier ottenendo lo 0,26 per cento dei voti. Alle Politiche 2018 Forza Nuova si presenta insieme al Movimento Sociale Fiamma Tricolore con la lista Italia agli Italiani ottenendo lo 0,38 per cento alla Camera e lo 0,49 per cento al Senato. Alle ultime elezioni europee del maggio 2019 con Roberto Fiore capolista riceve 5.375 preferenze.

Chi sono Roberto Fiore e Giuliano Castellino, i leader di Forza Nuova
Giuliano Castellino.

Chi è Giuliano Castellino, capo romano di Forza Nuova

Giuliano Castellino, 45 anni, nel 2013 è stato dirigente della Destra di Francesco Storace e prima ancora segretario romano di Fiamma Tricolore. Nel dicembre 2014 con Popolo di Roma sostiene Gianni Alemanno, poi passa a La Destra, il Movimento sociale europeo e Contropotere. Luogotenente romano di Fiore, il 31 dicembre 2015 è stato fermato con della cocaina e alcuni petardi. Vicenda dalla quale viene assolto. Viene invece condannato a 5 anni e mezzo di carcere per aver aggredito il 7 gennaio 2019 nel cimitero del Verano durante una cerimonia per i morti di Acca Larentia due reporter de L’Espresso. A gennaio 2021 Castellino è destinatario di una sorveglianza speciale per alcune azioni violente durante le manifestazioni contro il lockdown. Eppure il 14 e il 28 agosto è in Piazza del Popolo a manifestare. Nonostante la battaglia al Green Pass, il 26 agosto scorso è fotografato allo stadio Olimpico per la partita Roma-Trabzonspor. «Ho fatto il tampone, era negativo e sono entrato solo col certificato», commenta lui secco. Secondo il tribunale di Roma Castellino è «un soggetto pericoloso in relazione ai reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica» poiché «organizza forme di protesta destinate a sfociare in scontri con le Forze dell’Ordine, in quanto, non solo attuate mediante iniziative non autorizzate, ma deliberatamente tese ad elevare il livello di conflittualità sociale con modalità che includono il programmato scontro fisico con gli appartenenti alle Forze dell’ordine, con danneggiamento o occupazioni di edifici, con cori offensivi e atteggiamenti provocatori e di plateale sfida sfrontata adottati, così da suscitare l’emulazione, nei confronti di appartenenti alle Forze dell’Ordine comandati a tutela della sicurezza dei cittadini e perciò in servizio di Ordine Pubblico».

 

LEGGI ANCHE: Quando le squadracce fasciste attaccavano le Camere del Lavoro e le cooperative