Da Musk a Bezos, quando il miliardario investe nei media
Da Elon Musk alla famiglia Lebedev, passando per Bezos e i Rothermere. Chi sono i miliardari stranieri che hanno investito nei media.
L’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk alla ‘modica’ cifra di 44 miliardi di dollari è soltanto l’ultimo caso caso. Da sempre i magnati cercando di acquistare e controllare i mezzi di comunicazione. Tralasciando i casi italiani, ecco alcune delle storie più eclatanti.
Elon Musk, il nuovo ‘signor Twitter’
Non pago dei primati collezionati nel corso della sua carriera, tra cui il primo posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo stilata da Forbes, la scorsa settimana Elon Musk ha convinto i vertici di Twitter, il social d’elezione di giornalisti e politici, a cedere davanti alla sua lauta offerta. Tra le priorità del lavoro che lo attende, ha assicurato il patron di Tesla, sviluppare al massimo il potenziale della piattaforma per promuovere libertà di parola e democrazia. Anche se i dubbi in proposito sono parecchi.
Jeff Bezos, l’ombra dietro al Washington Post
Nel 2013 Jeff Bezos, fondatore di Amazon con un patrimonio di circa 169 miliardi di dollari, ha acquisito il Washington Post. All’epoca la testata navigava economicamente in cattive acque, tutta colpa, a detta di Bezos, di un modello di business poco efficace. «Quando ho pensato alla possibilità di fare quest’investimento, mi sono chiesto mille volte se fosse la cosa giusta», ha raccontato in un’intervista. «Poi ho realizzato che si trattava di un’istituzione di fondamentale importanza. È il giornale della Capitale dello Stato più importante al mondo e ha un ruolo chiave nel sistema democratico». I risultati del suo intervento sono stati eclatanti: in tre anni, il Washington Post ha raddoppiato il suo traffico online e rimpolpato i guadagni. «Quando avrò 90 anni, mi rimarrà il ricordo di averli aiutati a uscire indenni da un momento infelice e sarà una delle cose di cui mi sentirò più orgoglioso».
Rupert Murdoch, l’imprenditore pigliatutto
Tra i pionieri della corsa ai media, Rupert Murdoch ha iniziato nel 1952 quando, dopo la morte del padre, è diventato proprietario del News, un piccolo giornale di Adelaide. Era solo l’inizio di una carriera che lo avrebbe portato a comprare un portfolio di testate in Australia, il periodico News of the World, il Times, il Sunday Times e il The Sun nel Regno Unito e, nel 1970, una volta arrivato a New York, a iniziare la scalata a partire dal New York Post e fino ad arrivare al Wall Street Journal e a Fox News.
Mark Zuckerberg, tra Facebook, Instagram e WhatsApp
Quando, nel 2004, da comune studente di psicologia ad Harvard, Mark Zuckerberg ha fondato Facebook assieme a un gruppo di amici, non avrebbe mai immaginato che, a distanza di 18 anni, quell’idea avrebbe conquistato oltre 2,9 miliardi di persone in tutto il mondo. Diventando il primo mattone di un impero – Meta – che oggi comprende Instagram (acquistato nel 2012) e WhatsApp (accorpato, invece, nel 2014). Non sono stati ovviamente tutti rose e fiori: i social di Zuckerberg sono stati accusati di diffondere fake news e disinformazione.
La famiglia Lebedev, da Novaya Gazeta all’Independent
L’oligarca russo ed ex spia del Kgb Alexander Lebedev è noto, nel mondo dei media, per essere tra i proprietari di Novaya Gazeta. Ma non è tutto. Nel 2009, infatti, ha comprato il britannico The Standard per una sterlina e, l’anno dopo, il The Independent allo stesso prezzo, tutti titoli affidati alla gestione del figlio Evgeny e tenuti in piedi dalla grossa quantità di denaro che l’intera famiglia ha pompato nel business, pari a circa 100 milioni di sterline.
I Rothermere, i quotidiani diventano affare di famiglia
Proprio quest’anno, Jonathan Harmsworth, pronipote di Lord Rothermere, tra i co-fondatori del Daily Mail, ha preso le redini della Daily Mail and General Trust, la media company di cui è riuscito ad acquistare, pagando 1,6 miliardi di sterline, quel 63 per cento del pacchetto azionario di cui non era ancora detentore. Un risultato che, a oggi, secondo quanto stimato da Press Gazette, lo rendere proprietario del 39 per cento delle testate nazionali vendute ogni settimana nel Regno Unito, tra cui il Mail on Sunday e Metro.
David e Frederick Barclay, due gemelli per Telegraph e Spectator
Nel 2004 David e Frederick Barclay hanno investito nell’acquisto di due titoli di spessore come il Telegraph e lo Spectator. Per i fratelli, non si trattava del primo colpaccio: in passato, infatti, avevano acquisito l’European, lo Scotsman e il Sunday Business.
Patrick Drahi, tra giornali e telecomunicazioni
Il miliardario franco-israeliano Patrick Dahi possiede un grosso pacchetto di azioni del quotidiano francese Libération e del magazine L’Express, che gestisce attraverso la sua società, Altice. Ma le sue mire non si sono limitate a questo: nel 2021, infatti, ha acquistato anche una quota del 18 per cento in BT, società di telecomunicazioni britannica, mossa che ha alimentato il chiacchiericcio sullo sviluppo di una potenziale strategia d’acquisto.
Laurene Powell, occhio al The Atlantic
Unica donna della lista è Laurene Powell, filantropa miliardaria e vedova di Steve Jobs. Nel 2017 ha comprato una quota di maggioranza del The Atlantic, rivista americana che si occupa di cultura, politica estera e tecnologia.