Chi Modu, uno scatto per sempre

Fabrizio Grasso
25/05/2021

Il grande fotografo dei rapper americani è scomparso a soli 54 anni per cause ancora da accertare. Dall'infanzia in Nigeria alle memorabili istantanee di Tupac, resta un album di ricordi in rima.

Chi Modu, uno scatto per sempre

Chi Modu e hip-hop, uniti per sempre dalla fotografia. Autore di alcuni fra gli scatti più iconici del panorama musicale americano, si è spento a soli 54 anni. Ad annunciare la morte, di cui non si conoscono le cause, un post sul suo account Instagram ufficiale. «I nostri cuori sono spezzati. Continuiamo la nostra lotta», si legge.

Salito alla ribalta negli Anni ’90, Modu ricoprì un ruolo di vertice per la rivista The Source, per la quale ha eseguito una serie di scatti di artisti allora emergenti e presto divenuti leggende dell’età dell’oro dell’hip hop: Nas, Mary J. Blige, LL Cool J, Ice Cube, Dr Dre, Snoop Dogg, Notorious BIG e Wu-Tang.

La grandezza di Modu negli scatti a Tupac

Ciò che però resta sicuramente nell’immaginario collettivo sono le fotografie in bianco e nero di Tupac Shakur a torso nudo, divenute immagine imperitura del rapper nella coscienza del pubblico mondiale. «Non c’erano barriere tra noi», aveva dichiarato Modu in un’intervista al Guardian. «Fu subito pronto ad abbassare la guardia, lasciandomi la possibilità di mostrare l’uomo dietro al personaggio». Il rapporto tra Modu e Tupac è stato poi puntellato dal suo celebre libro fotografico sul rapper, Tupac Shakur: Uncategorized, uscito nel 2016 e composto da scatti eseguiti fra il 1994, anno del loro primo incontro, e i sei mesi antecedenti l’assassinio di Tupac, nel 1996.

 

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Nato in Nigeria e cresciuto nel New Jersey, Modu ha conseguito la laurea in economia nel 1989 presso la Rutgers University e un certificato in fotogiornalismo e fotografia documentaria nel 1992, iniziando poi a lavorare per il New York Amsterdam News, con sede ad Harlem. Il suo lavoro è anche apparso sulle copertine degli album di Snoop Dogg, Method Man e Mobb Deep (per il loro album del 1995 The Infamous). Ha anche lavorato per Rolling Stone e il New York Times.

 

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La ricetta di Modu: divertirsi per cambiare il mondo

Modu ha sempre spiegato come il rapporto stretto che riusciva ad avere con i soggetti davanti alla telecamera derivasse dal fatto di averli incontrati prima che diventassero delle star. «In quei tempi, l’hip-hop era ancora un outsider del panorama musicale americano», ha dichiarato a HipHopDx nel 2016. «La parte bella fu divertirsi sapendo che in realtà stavamo cambiando il mondo».

Alla domanda su come sarebbe voluto essere ricordato dopo la morte, Modu dichiarò alla rivista Coveteur nel 2019: «Voglio essere visto come qualcuno capace di far emergere la verità dalle cose, senza iniettarvi il mio punto di vista. È molto importante. Finché lo faccio e faccio bene il mio lavoro, le persone si ricorderanno di me. Quando guardi le mie fotografie, io sono lì con loro».