Chi era Pierluigi Torregiani: la vera storia del film “Ero in guerra ma non lo sapevo”
La storia di Pierluigi Torregiani, dal tentativo di rapina all'omicidio da parte dei Pac: chi era e perché fu ucciso.
La vicenda che nel 1979 coinvolse Pierluigi Torregiani, ucciso in un agguato da tre membri dei Proletari Armati per il Comunismo, è stata trasposta cinematograficamente e raccontata nel film Ero in guerra ma non lo sapevo, trasmesso in prima serata su Rai Uno mercoledì 16 febbraio 2022: vediamo chi era l’uomo, per quale motivo e per volere di chi si è arrivati al suo omicidio.
Chi era Pierluigi Torregiani
Torregiani era un gioielliere di 42 anni che rimase vittima di un assassinio fuori dal suo negozio a Milano. Tutto ebbe inizio il 22 gennaio, quando l’uomo era a cena nel ristorante Transatlantico in zona Porta Venezia insieme alla figlia che aveva adottato qualche anno prima e ai due fratelli. Con sé quella sera aveva una valigetta di gioielli che aveva appena mostrato in una televendita. Ad un certo punto due banditi fecero irruzione nel locale e puntarono una pistola contro la figlia, cosa che implicò la reazione di Torregiani e di un suo accompagnatore anch’egli armato: nel conflitto a fuoco che ne scaturì morirono un cliente e un rapinatore.
Il gioielliere diventò così bersaglio dei Pac, complice, secondo il figlio, la stampa locale che lo dipinse come un giustiziere borghese che, ribellandosi, aveva sparato contro le azioni del proletariato. Quando invece, ha raccontato sempre il figlio, si era solo difeso perché aveva la figlia vicino a sé. Da qui ebbe inizio il suo calvario: le autorità gli assegnarono la scorta e gli raccomandarono di stare attento, ma purtroppo questo non servì.
Pierluigi Torregiani: da chi fu ucciso
Venticinque giorni dopo, esattamente il 16 febbraio, mentre stava aprendo il negozio con i figli fu infatti vittima di un agguato. Nonostante il tentativo di reazione, fu colpito non appena estrasse la sua pistola da cui partì un proiettile che colpì il figlio di 15 anni alla colonna vertebrale e lo rese paraplegico. Torregiani fu poi finito con un colpo alla testa e i tre terroristi responsabili dell’omicidio, Giuseppe Memeo, Sebastiano Masala e Gabriele Grimaldi, si diedero alla fuga. I Proletari Armati per il Comunismo rivendicarono l’aggressione il cui mandante fu riconosciuto in Cesare Battisti.