Chi era Jan Palach, che il 25 aprile sarà omaggiato da La Russa

Redazione
22/04/2023

Simbolo dell’anticomunismo, nel 1969 si suicidò dandosi fuoco nel centro di Praga, in segno di protesta contro l'occupazione della Cecoslovacchia da parte delle forze del Patto di Varsavia.

Chi era Jan Palach, che il 25 aprile sarà omaggiato da La Russa

Il presidente del Senato Ignazio La Russa celebrerà il 25 aprile in Repubblica Ceca, dove visiterà il campo di concentramento di Theresienstadt (era questa la sorpresa in grado di mettere tutti d’accordo) e omaggerà Jan Palach – simbolo dell’anticomunismo – deponendo una corona di fiori ai piedi del monumento a lui dedicato in piazza San Venceslao, nella cuore di Praga.

Chi era il martire Jan Palach, che il 25 aprile sarà omaggiato dal presidente del Senato Ignazio La Russa a Praga.
Jan Palach, morto suicida a 20 anni in segno di protesta contro l’occupazione sovietica (Getty Images)

Jan Palach, simbolo della resistenza antisovietica

Jan Palach è stato un patriota cecoslovacco divenuto simbolo della resistenza antisovietica del suo Paese. Nato nel 1948 in quella che oggi è la capitale ceca, il 16 gennaio 1969 Jan Palach si diede fuoco come gesto di protesta contro i carri armati sovietici che avevano soffocato la “Primavera di Praga“, ovvero la stagione di libertà sbocciata con le riforme del governo di Alexander Dubcek.

La Primavera di Praga e la repressione sovietica

La Primavera di Praga era iniziata il 5 gennaio 1968, quando Dubcek divenne segretario del Partito Comunista di Cecoslovacchia, ed era terminata il 20 agosto dello stesso anno, con l’invasione del Paese da parte di un corpo di spedizione militare dell’Unione Sovietica e degli alleati del Patto di Varsavia, proprio come era successo nel 1956 in Ungheria. Iscritto a Filosofia e studioso di Storia, Palach come tanti aveva seguito con partecipazione il riformismo, per poi vivere con estremo sconforto la fine di quel sogno. Per svegliare le coscienze del suo Paese decise di immolarsi: il 16 gennaio raggiunse piazza San Venceslao e, dopo essersi cosparso il corpo di benzina, si diede fuoco con un accendino «come i monaci buddhisti in Vietnam», disse ai primi soccorritori. Morì in ospedale dopo tre giorni, il 19 gennaio, in seguito alle complicazioni dovute alle ustioni riportate.

Chi era il martire Jan Palach, che il 25 aprile sarà omaggiato dal presidente del Senato Ignazio La Russa a Praga.
Tributo a Jan Palach in piazza San Venceslao il giorno prima dei funerali (Getty Images)

Dopo di lui si immolarono almeno altri sei studenti

«Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per questa causa. Poiché ho avuto l’onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana», scrisse Palach in una lettera, facendo intuire l’esistenza di un gruppo di studenti che aveva deciso di darsi fuoco pubblicamente, stabilendo per estrazione i nomi di chi si doveva sacrificare. Il secondo fu Jan Zajíc, poi almeno altri cinque giovani seguirono il loro esempio, togliendosi la vita nel silenzio degli organi d’informazione, controllati dalle forze d’invasione. Oggi viene considerato un eroe da molti cechi e slovacchi, simbolo della resistenza contro gli occupanti e, in generale, dell’anticomunismo.