Ha scoperto di essere ebreo e discendente di una famiglia sopravvissuta alla Shoah solo a nove anni. Oggi è diventato rabbino dell’esercito tedesco, il primo da quando Hitler decise di espellere gli ebrei dalle forze armate, negli Anni 30. Zsolt Balla ha visto crescere notevolmente la propria popolarità durante il lockdown imposto dal Covid19. Nei giorni più duri della pandemia, ha organizzato sui social dirette dei riti religiosi da lui celebrati. Il giuramento di fedeltà alle forze armate, invece, è avvenuto oggi, 21 giugno, in una sinagoga di Lipsia, nella Germania orientale. Con la sua nomina, la Bundeswehr mira a diffondere il messaggio di un esercito aperto e fortemente eterogeneo, in netto contrasto con gli eventi riconducibili all’estrema destra degli ultimi anni, oltre che con un sentimento di antisemitismo che sembra crescere in tutto il Paese.
Hallel in Leipzig, Chol Hamoed Sukkot 5777: https://t.co/WThZ1FsJyA via @YouTube
— Zsolt Balla (@RabbiZsolt) October 20, 2016
Nel 2020 la formazione Ksk, ad esempio, è stata profondamente riformata dopo la scoperta dei legami con gli ambienti di estrema destra di diversi suoi membri. Proprio nei giorni scorsi, tuttavia, il ministro alla Difesa tedesco, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha smentito l’ipotesi di uno scioglimento. Sorte a cui è, invece, andata incontro la Sek, unità di polizia speciale, dopo i commenti a sfondo nazista ritrovati nelle chat di alcuni ufficiali. «Penso che tutti dovremmo essere preoccupati dal problema dell’estremismo nelle forze armate», ha commentato Balla alla Cnn.«Non sarà l’introduzione dei rabbini nel corpo a risolvere il problema nel giro di una settimana, ma dobbiamo ragionare sul futuro, pensare a come trasformare la società tedesca e la Bundeswehr nel giro di un decennio».
Balla è il primo di una squadra di 10 rabbini
Balla farà parte di una squadra di 10 rabbini che si occuperanno dei soldati di religione ebraica attualmente in servizio nell’esercito. Il numero oscilla tra gli 80 e i 300, calcolato sulla base di dichiarazioni volontarie. I religiosi celebreranno funzioni e riti, oltre a prestare ascolto ai militari di tutte le fedi. Fino a oggi erano presenti funzionari di ogni credo, eccetto che ebrei. Una lacuna finalmente colmata. L’ultima volta che i rabbini hanno fatto parte delle forze armate tedesche si combatteva la Prima guerra mondiale e circa centomila soldati di religione ebraica erano impegnati al fronte.
Dr. Schuster: „Wir führen Zsolt Balla als ersten #Militärbundesrabbiner in sein Amt ein. Das schien über Jahrzehnte undenkbar und ist auch jetzt alles andere als selbstverständlich. Daher haben wir heute allen Grund zur Freude und zur Dankbarkeit!“@BMVg_Bundeswehr @RabbiZsolt pic.twitter.com/Wz1gIps5DU
— Zentralrat der Juden in Deutschland (@ZentralratJuden) June 21, 2021
A rimuoverli fu Hitler, nel 1933, emanando uno dei primi provvedimenti finalizzati ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita pubblica. «Alla luce di crimini commessi dalla Wehrmacht, dopo la guerra era impensabile che un ebreo si arruolasse nell’esercito», afferma Anthony Kauders, professore in Storia moderna ebraico-tedesca presso la Keele University del Regno Unito. «Chi è rimasto in Germania dopo le atrocità dell’olocausto è stato considerato, addirittura, un traditore. Ultimamente però le cose sono cambiate e dalla cultura del silenzio, si è passati a quella del ricordo, l’Erinnerungskultur. Gli scolari oggi sono istruiti sull’argomento». Secondo Balla, inoltre, «la Germania ha fatto del suo meglio per confrontarsi con gli errori del passato. Ciò non vuol dire che tutto sia perfetto, anzi. Bisogna lavorare insieme per combattere ogni estremismo. Non vogliamo rivangare le cose cattive, ma fare la nostra parte, consapevoli che anche la Germania è cambiata».
La storia di Zsolt Balla
Nato a Budapest nel 1979, l’esercito non è nuovo per Balla, visto che suo padre è ufficiale. La religione, al contrario, non occupava un posto rilevante nella sua esistenza, finché non si è imbattuto in volantino e ha chiesto alla madre di partecipare all’evento religioso in esso pubblicizzato. Solo a quel punto Balla si è confrontato con la sua storia ed è stato come «ritrovare in soffitta un vecchio diario».
Caduto il comunismo, ha poi frequentato un liceo ebraico e successivamente ha proseguito gli studi al Rabbinerseminar zu Berlin. Sempre a Berlino ha conosciuto la moglie, con cui si è trasferito a Lipsia. Secondo Kauders l’apertura attuale degli ebrei verso l’esercito è dovuta «a un sentimento di fondo nuovo rispetto a quello dei loro avi. Spesso sono figli di genitori nati dopo la fine della guerra, che quindi non hanno vissuto sulla propria pelle il dolore della Shoah. Pertanto ne parlano e la tramandano con una sensibilità diversa».
La notizia, in ogni caso, è stata accolta positivamente dai soldati ebrei in servizio nell’esercito tedesco: «Le forze armate sono lì per difendere la democrazia. Nient’altro», ha detto Judith Ederberg. «Non credo che la gente guardi ai militari di oggi, come a quelli della Seconda Guerra mondiale. Sono contenta di avere a disposizione una persona con cui discutere di argomenti religiosi e personali». Parole, si spera, espressione di un pensiero diffuso.