Daley, oro di diritti

Matteo Innocenti
27/07/2021

In coppia con Matty Lee ha trionfato nei tuffi sincronizzati da 10 metri, superando Cina e Russia. E ha dedicato il successo alla comunità Lgtb. La storia del campione britannico che ha fatto coming out nel 2013.

Daley, oro di diritti

Ha vinto per se stesso, il 27enne Tom Daley, ma anche per tutti gli atleti Lgbt ostracizzati, discriminati e impauriti. «Sono incredibilmente orgoglioso di dire che sono un uomo gay e anche un campione olimpico. Quando ero più giovane non pensavo che avrei mai ottenuto nulla per colpa di chi ero. Essere un campione olimpico ora dimostra che puoi ottenere qualsiasi cosa». Medaglia d’oro nei tuffi sincronizzati da 10 metri: un traguardo che rincorreva da Pechino 2008, quando a soli 14 anni aveva partecipato per la prima volta ai Giochi Olimpici.

Tom Daley, marito e padre felice

Il tuffatore britannico ha vinto in coppia con il 23enne Matty Lee superando gli atleti di Cina e Russia. Due Paesi in cui non è legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tom Daley, oltre a essere olimpionico, è anche un marito felice. Nel 2017, a Bovey Castle, dimora di campagna novecentesca situata nel Devon, si è infatti sposato con Dustin Lance Black, sceneggiatore premio Oscar per Milk: «Ho incontrato qualcuno, che mi ha reso felice e mi ha fatto sentire al sicuro. Questa persona è un ragazzo. Mi piacciono ancora le donne, ma al momento mi vedo con un uomo e non potrei essere più felice», aveva annunciato Daley sul proprio canale YouTube a fine 2013, facendo coming out. Marito, e da tre anni anche padre: la coppia ha avuto un bambino, Robert Ray, tramite maternità surrogata. «È stato il viaggio più incredibile, che mi ha cambiato la vita e non vedo l’ora di rivederli, mio marito e mio figlio, per abbracciarli e poter festeggiare insieme», ha detto subito dopo la premiazione.

Tom Daley, le delusioni prima dell’oro

Nato a Plymouth il 21 maggio 1994, Thomas Robert Daley ha cominciato a praticare tuffi a sette anni. Fin da subito ha iniziato a vincere, spesso sotto età: basti pensare che a soli 10 anni si è aggiudicato la gara della piattaforma ai National Junior (categoria under 18), più giovane vincitore di sempre della competizione. Dopo aver infranto un altro record di precocità ai campionati britannici, ad appena 14 anni ha fatto il suo debutto olimpico a Pechino 2008, classificandosi ottavo nel sincronizzato e settimo nel singolo. Si è però rifatto negli anni successivi, collezionando ori a Europei, Mondiali e Giochi del Commonwealth. Una carriera da predestinato la sua, che secondo gli addetti ai lavori lo avrebbe ben presto portato sul gradino più alto del podio a cinque cerchi. E invece, sia a Londra 2012 che a Rio 2016, Tom Daley si è dovuto accontentare del bronzo. Uno smacco e una maledizione, la sensazione del tempo che scorre sempre di più, inesorabile in uno sport in cui si inizia a gareggiare da ragazzini e ci si ritira presto. Daley ha pensato davvero di non poter realizzare il suo sogno olimpico. Sensazione acuita dalla pandemia, che ha rimandato Tokyo 2020 di 12 mesi.

 

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La vittoria nel nome del padre

E, invece bis, in Giappone lo ha realizzato insieme a Lee, nella gara dei tuffi dalla piattaforma 10 metri sincro. Dopo la vittoria, il pensiero è andato come detto al marito e al figlio, alla comunità Lgbt («Ci sono più atleti dichiarati a questi Giochi Olimpici che in qualsiasi edizione precedente. Io ho fatto coming out nel 2013 e quando ero più giovane mi sono spesso sentito come quello diverso. Spero che ogni giovane là fuori possa capire che non è da solo») e al padre Robert, morto di cancro nel 2011. Cinque anni prima, gli era stato diagnosticato un tumore al cervello, ma aveva tenuto Tom all’oscuro della malattia, per poi sottoporsi all’operazione di rimozione, che era riuscita perfettamente. Costretto ad abbandonare il lavoro da elettricista, Robert era sempre presente alle gare del figlio, anche a Roma quando il 15enne Daley si laureato campione del Mondo. Poi il ritorno di quel brutto male, che se l’è portato via a soli 40 anni.

La vita da film di Tom Daley

Un duro colpo per Tom Daley, che però è da sempre abituato a combattere. Vittima di reiterati atti di bullismo e minacce a scuola, che lo avevano costretto a lasciare l’Heggbuckland Community College, dall’età di 13 anni è sostenitore di ChildLine, helpline dedicata ai bambini. Una vita da film la sua, e infatti la Bbc gli ha dedicato ben tre documentari: Tom Daley: The Diver and His Dad (2010), Tom Daley: Diving for Britain (2012) e Tom Daley: Diving for Gold (2016). In attesa del prossimo sequel.