«La Russia è la mia casa. Qui ho il mio lavoro, i miei interessi e le mie principali relazioni. Al momento non ho motivo, e neppure desiderio, di rientrare in Italia, visto il trattamento che mi è stato riservato». Lo ha detto all’Ansa Lanfranco Cirillo, l’imprenditore soprannominato “l’architetto di Putin”, sul quale pende un mandato d’arresto in carcere firmato dalla Procura di Brescia, nell’ambito di un’inchiesta per reati fiscali. «Mi è stato detto che non avrei neppure la possibilità di prendere un aereo per venire in Italia, perché è stato diffuso un mandato Interpol nei miei confronti, addirittura una red notice, normalmente riservata a terroristi e narcotrafficanti». Nei mesi scorsi a Cirillo, che per la giustizia italiana è latitante, sono stati sequestrati 140 milioni di euro: il 23 febbraio davanti inizierà il processo a suo carico.

Cirillo, interpellato sempre dall’Ansa, però precisa: «Mi corre l’obbligo di esprimere in maniera più chiara il mio pensiero: il mio desiderio è potermi difendere personalmente da questa contestazione, partecipando al processo come è mio diritto costituzionalmente garantito. Non quindi che io non voglia tornare in Italia: in realtà essendo anche cittadino russo, in presenza di mandato Interpol e in mancanza di richiesta di estradizione da parte dell’autorità giudiziaria italiana, non posso tornare in Italia». E aggiunge: «Tramite il mio avvocato chiederò l’annullamento del decreto di latitanza perché non mi sono mai sottratto al procedimento e la magistratura Italiana era informata del luogo della mia residenza in Russia e non mi ha mai notificato alcun provvedimento. La domanda che mi pongo», conclude, «è: se fossi stato l’architetto di Biden e non di Putin avrei avuto questo trattamento?».
Avrebbe progettato l’enorme villa di Putin sul mar Nero
Nato a Treviso nel 1959, Lanfranco Cirillo ha legami professionali con Vladimir Putin e con altri 44 oligarchi. Dopo gli studi, ha aperto uno studio di architettura a Budapest alla fine degli Anni 80, trasferendosi poi a Tashkent, oggi capitale dell’Uzbekistan, prima di stabilirsi a Mosca all’inizio del decennio successivo: qui, nel centralissimo quartiere dell’Arbat, ha aperto lo studio di architettura Masterskaya. Secondo un’inchiesta della Fondazione anti-corruzione di Navalny, Cirillo ha progettato l’enorme residenza di Putin sul mar Nero, arredata con mobili delle più esclusive aziende italiane, ispirata a Villa Certosa di Berlusconi.

La residenza a Dubai e l’elicottero immatricolato in Russia
Nonostante lo stretto legame con la Russia, dove si trova al momento, Cirillo da qualche tempo sarebbe residente a Dubai. Una soluzione fittizia, secondo le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Brescia, chiuse la scorsa estate e scattate da un elicottero immatricolato in Russia, per il quale l’architetto aveva assolto gli adempimenti di natura doganale. Cirillo, per gli inquirenti, mantiene infatti «in Italia il centro dei propri interessi familiari, affettivi ed economico-patrimoniali». In virtù della residenza fittizia, “l’architetto di Putin”, che ho mostrato «notevoli manifestazioni di ricchezza del tutto sproporzionate rispetto ai redditi imponibili dichiarati» avrebbe così evitato di dichiarare redditi per decine di milioni di euro dal 2013 al 2019. A Repubblica un anno fa aveva raccontato di possedere una dimora del XV secolo a Brescia, cinque ville in Costa Smeralda, una casa a Mosca e altre a Madonna di Campiglio e New York. Latitante per la giustizia italiana, Cirillo ha intanto subito il sequestro di «lussuose abitazioni, un elicottero, disponibilità bancarie, denaro contante, gioielli, opere di arte moderna e contemporanea di autori famosi, nonché svariati altri beni di lusso».