Il presidente Recep Tayyip Erdoğan adesso sa chi dovrà affrontare a maggio, nelle elezioni generali che si prospettano come le più combattute dei suoi vent’anni di potere ininterrotto in Turchia: Kemal Kılıçdaroğlu, leader del Partito Popolare Repubblicano, scelto come candidato unitario dell’opposizione dopo una lunga trattativa. Le cose da sapere sul “Gandhi turco”, che ha promesso di portare il Paese «a giorni di prosperità, pace e gioia».

Classe 1948, ha un passato da funzionario pubblico
Nato nel 1948 a Nazimiye da una famiglia musulmana alevita di etnia zaza, Kilicdaroglu è dal 2010 alla guida del Cumhuriyet Halk Partisi, ossia il Partito Popolare Repubblicano, fondato esattamente un secolo fa da Mustafa Kemal Atatürk, primo presidente della Turchia e considerato il padre fondatore del Paese. Laureatosi nel 1971 all’Accademia delle Scienze Economiche e Commerciali di Ankara, Kilicdaroglu entrò nel Ministero delle Finanze, alla Direzione Generale dei Redditi, arrivando a diventare con il tempo divenne vice direttore generale. Nominato nel 1991 direttore generale dell’Organizzazione per la sicurezza sociale degli artigiani e dei lavoratori autonomi, in seguito è diventato vice-segretario del Ministero del Lavoro e della Sicurezza Sociale, presiedendo poi la Commissione sull’economia informale nell’ambito dei lavori di preparazione dell’ottavo piano di sviluppo quinquennale.
Kaldır başını Türkiye, önümüz aydınlık… Hak ettiğin gelecek geliyor, Bay Kemal geliyor. pic.twitter.com/MhrejJXoMX
— CHP 🇹🇷 (@herkesicinCHP) March 6, 2023
L’approdo in Parlamento, la leadership del CHP e la marcia Ankara-Istanbul
Il suo approdo alla Grande Assemblea Nazionale Turca risale al 2002, anno in cui è stato eletto deputato del Partito Popolare Repubblicano nel seggio di Istanbul. Leader del partito dal 2010, nel 2012 è stato nominato vicepresidente dell’Internazionale Socialista, incarico ricoperto per due anni. Capace di risollevare il partito fondato da Atatürk portandolo al 30 per cento alle elezioni del 2018 (primo tra le forze alternative ad Alleanza del Popolo di Erdogan), l’anno precedente aveva organizzato una marcia da Ankara a Istanbul come protesta per la condanna a 25 anni di carcere inflitta alla giornalista Enis Berberoğlu, parlamentare del CHP. Come candidati alla vicepresidenza sono stati scelti Ekrem Imamoglu e Mansur Yavas, popolari sindaci di Istanbul e di Ankara, vincitori delle elezioni amministrative del 2019.

I sondaggi danno il blocco dell’opposizione in vantaggio
Laico e soprannominato “Gandhi turco” per i suoi modi di fare ma soprattutto per la somiglianza con il Mahatma, Kilicdaroglu ha dichiarato che intende tornare a un sistema parlamentare, dopo la svolta presidenzialista avviata da Erdogan nel 2018. E sempre a proposito di quella tornata elettorale, l’attuale capo di Stato turco stando ai sondaggi sarebbe al 33 per cento, ben lontano dal 52 per cento che cinque anni fa gli era valso la riconferma al primo turno: il blocco composto dalle opposizioni risulta in vantaggio rispetto all’alleanza al governo. Erdogan, in calo di consensi a causa della crisi economica che ha colpito il Paese, potrebbe pagare anche la gestione non ottimale del devastante terremoto di poche settimane fa. In carica come presidente dal 2014, era stato primo ministro ininterrottamente dal 2003. I cittadini turchi andranno alle urne il 14 maggio.