Spagna: chi è Isabel Diaz Ayuso, la stella del Partito Popolare
Confermata per la terza volta presidente del governo di Madrid, è la stella del Partito popolare spagnolo di cui rappresenta l'ala più conservatrice. Chi è la lady di ferro iberica acclamata come una diva che macina consensi e sogna in grande.
La vittoria della destra alle Amministrative in Spagna passa anche dal trionfo netto di Isabel Diaz Ayuso a Madrid. La «diva pop della destra», com’è stata definita dal politologo e storico Pablo Simón, è diventata in breve tempo il volto del Partito Popolare, spina nel fianco per il leader Alberto Núñex Feijóo, ma soprattutto un incubo per per il Psoe del premier Pedro Sánchez. Quest’ultimo, dopo la sonora sconfitta alle urne, ha sciolto le Camere per indire elezioni anticipate. Gli spagnoli andranno alle urne il 23 luglio. Ayuso, intanto, si gode un momento di grande ascesa, accolta come una pop star e con numeri sempre in aumento. Del resto ha conquistato il suo terzo mandato alla presidenza della Comunità di Madrid ottenendo la maggioranza assoluta nel Parlamento regionale e nel consiglio comunale della capitale. Una vittoria insieme a quella del sindaco uscente Josè Luis Martinez-Almeida, che le consentirebbero di governare senza il sostegno di un alleato scomodo come la destra di Vox.
La carriera di Isabel Diaz Ayuso
Nata a Madrid il 17 ottobre 1978, Isabel Diaz Ayuso è attualmente la presidente del Partito Popolare della Comunità di Madrid, incarico che ricopre dall’agosto del 2019. E che forse comincia ad andarle stretto. Giornalista, dopo la laurea alla UCM, l’Università Complutense di Madrid, ha conseguito un master in comunicazione politica. Nel 2005, a 27 anni, aderisce al Partito Popolare e l’anno dopo affianca, in qualità di portavoce, l’assessore alla Giustizia e all’Interno della Comunità di Madrid, Alfredo Prada. Nel 2011, invece, entra per la prima volta da eletta all’Assemblea della Comunità di Madrid.

L’elezione a Madrid come deputata e poi la presidenza del governo regionale
La sua ascesa da allora sembra non conoscere sosta. Dal 2018 fa parte del comitato esecutivo nazionale del Partito Popolare, mentre nel giugno del 201 è stata confermata deputata ed eletta presidente del governo regionale con 68 voti favorevoli (Partito Popolare, Ciudadanos e Vox a Madrid) e 64 contrari (Socialisti e Podemos-Mas). Nel marzo 2021 si dimette dopo aver perso il sostegno del gruppo Ciudadanos, ma vince nuovamente le elezioni e raddoppia i seggi. Con lei il Partito Popolare continua a crescere, così come il suo appeal sull’elettorato. Su Twitter si definisce «Presidente della Comunità di Madrid, la regione più libera e patria di tutti gli spagnoli, presidente del Partito Popolare di Madrid», e chiosa con una frase: «Libertà e poi tutto il resto».

I programmi di Ayuso: autonomia fiscale e unità della Spagna
Durante la campagna elettorale degli ultimi mesi, la 44enne ha attaccato a più riprese Sanchéz, accusandolo di «odiare Madrid» e «odiare la Spagna», limitando la libertà dei cittadini. La stessa che lei, invece, sventola sui social. Non certo una novità visto che durante la seconda ondata di Covid, nell’autunno 2020, Ayuso si rifiutò di applicare le misure restrittive decise dal governo centrale. Tanto che nel 2021 venne addirittura premiata dal Think tank Bruno Leoni con la Fiaccola della libertà proprio per «aver adottato una strategia di contrasto alla pandemia compatibile con la libertà individuale». Il suo programma ora prevede la cancellazione della riforma del mercato del lavoro e la detassazione di banche e colossi dell’energia. Sostiene inoltre l’autonomia fiscale di Madrid e al contempo immagina una Spagna unita e nazionalista. Una virata a destra nel tentativo di arginare la crescita di Vox.
GRACIAS. #28M pic.twitter.com/qQOUBHJGcL
— Isabel Díaz Ayuso (@IdiazAyuso) May 29, 2023
La stella di sinistra Yolanda Diaz offuscata dalla sconfitta
La vittoria della destra alle Amministrative rovina i piani di un’altra donna di ferro spagnola: la ministra del Lavoro Yolanda Diaz, leader della nuova piattaforma di sinistra Sumar con ambizioni da premier. I suoi sforzi per sostenere Ada Calau a Barcellona e gli altri candidati d’area sono infatti stati vani.