Finalmente hanno scelto: sarà Alfredo Altavilla, ex manager Fiat, a prendersi sulle spalle il fardello di quel che resta di Alitalia, ora diventata Italia Trasporto Aereo (Ita). Il manager piemontese d’adozione ma nato a Taranto, che dimostrò di avere gli attributi al cospetto di un mostro sacro come Sergio Marchionne, sarà presidente esecutivo – «con particolare riferimento alla strategia, alla finanza ed alle risorse umane», recita una nota del ministero dell’Economia – il che significa che l’amministratore delegato Fabio Lazzerini dovrà riportare a lui, disegnando una nuova gerarchia.
Da tempo il nome di Altavilla era nel taccuino di Giorgetti
Si tratta di un cambiamento manageriale che lo stesso Francesco Caio aveva auspicato non appena, a fine aprile, era stato nominato amministratore delegato e direttore generale di Saipem per potersi dedicare a tempo pieno al suo nuovo impegno – prima la sua qualifica di presidente della società delle infrastrutture energetiche, ora lasciata a Silvia Merlo, gli consentiva di fare l’una e l’altra cosa – ma che ha richiesto del tempo per individuare la persona giusta. E generosa, visto l’alto rischio insito nel tentativo, presumibilmente l’ultimo, di rilanciare la compagnia di bandiera.
Poi è stato scelto Altavilla, che è nel taccuino di Giancarlo Giorgetti da tempo per incarichi al top. Il suo nome era stato fatto, per esempio, per Leonardo, ma anche per Telecom (dove è comunque entrato nel cda e presiede il comitato nomine e remunerazione), prima, e per la nascente società della rete unica della fibre, poi. Così il ministro leghista vicino al premier Draghi, una volta che il governo aveva offerto a Caio la prestigiosa tolda di comando di Saipem, ha recuperato il nome di Altavilla per sostituirlo. Draghi non lo conosceva (ma ha avuto un incontro con lui prima della nomina), ma si è fidato del ministro dello Sviluppo Economico e della struttura del Mef, presso la quale Altavilla gode ottima reputazione. Ora sta a lui riuscire dove altri hanno violentemente sbattuto la testa.