Ali Harbi Ali, killer del deputato tory David Amess, morto dopo essere stato accoltellato in una chiesa dell’Essex, avrebbe pianificato l’attacco da almeno una settimana. Lo riportano i media britannici, sottolineando che l’assassino potrebbe essersi ispirato agli Shabaab, ovvero gli islamisti somali legati ad Al-Qaida. Orientato diversi anni fa al programma britannico per le persone a rischio di radicalizzazione, Ali Harbi Ali però non aveva mai preso parte agli incontri.
Amess, aggredito alla fine di un incontro con gli elettori
Come è emerso dalle indagini, il 25enne Ali Harbi Ali aveva prenotato un appuntamento all’incontro con gli elettori che Amess aveva programmato per il 15 ottobre a Leigh-on-Sea, nell’Essex. Dunque, non avrebbe certo organizzato l’attacco all’ultimo. Dopo l’incontro, ha raccontato ai media il consigliere conservatore locale John Lamb, ha atteso pazientemente il suo turno prima di assalire il deputato, pugnalandolo 17 volte davanti ai due assistenti. «Dopo aver colpito sir David ha semplicemente atteso l’arrivo della polizia nella sala parrocchiale», ha raccontato al Telegraph Kevin Buck, vice presidente dell’associazione di circoscrizione. Ancora non è chiaro perché il killer abbia scelto di uccidere proprio Amess.
Amess, il killer non aveva seguito il programma anti radicalizzazione
Ali Harbi Ali, per così dire, non è un cittadino britannico di origine somala qualsiasi. È infatti figlio di Harbi Ali Kullane, ex consigliere del primo ministro somalo, il quale ha confermato al Sunday Times che suo figlio era in detenzione, dicendosi «molto traumatizzato». L’appartamento del killer, sovvenzionato dal Comune, si trova in una strada di Camden dove ci sono anche residenze da due milioni e mezzo di euro. Intanto, emergono importanti informazioni sul passato dell’assassino. Come riporta la Bbc, Ali Harbi Ali era stato orientato diversi anni fa al programma britannico per le persone a rischio di radicalizzazione su base volontaria, che però non avrebbe mai seguito assiduamente. E da parte sua, l’agenzia di sicurezza nazionale non lo aveva mai considerato un reale «argomento di interesse». Lentamente, Ali Harbi Ali sarebbe dunque sparito dai radar, radicalizzandosi online durante i mesi del lockdown. Con esiti mortali.