Champions League, la Uefa sposta la finale da San Pietroburgo a Parigi
L’organismo calcistico ha disposto inoltre che le gare casalinghe di Nazionali e club di Russia e Ucraina dovranno essere disputate in campo neutro «fino a nuovo avviso».
La notizia era nell’area e praticamente inevitabile, adesso è ufficiale: dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la finale di Champions League “trasloca” da San Pietroburgo allo allo Stade de France di Parigi. Lo ha deciso l’Uefa, preferendo la capitale francese a Londra, Milano e Lisbona. Non cambiano data e orario: 28 maggio, calcio d’inizio alle 21.
The 2021/22 UEFA Men’s Champions League final will move from Saint Petersburg to Stade de France in Saint-Denis.
The game will be played as initially scheduled on Saturday 28 May at 21:00 CET.
Full statement: ⬇️
— UEFA (@UEFA) February 25, 2022
Champione League, la finale “trasloca” per il terzo anno di fila
Per il terzo anno di fila la finale di Champions League verrà disputata in una sede diversa da quella decisa inizialmente. Sia nel 2020 che nel 2021 si è giocata in Portogallo, prima a Lisbona e poi a Porto, dopo la designazione di Istanbul, che ha perso in entrambi i casi il diritto a ospitare il match a causa di problemi legati alla pandemia. «La Uefa desidera esprimere il proprio ringraziamento a Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, per il suo sostegno personale e il suo impegno nel trasferire la partita più prestigiosa del calcio europeo per club in Francia in un momento di crisi senza precedenti», ha scritto il massimo organismo calcistico europeo. «Insieme al governo francese, la Uefa sosterrà pienamente gli sforzi in atto per garantire il soccorso ai calciatori e alle loro famiglie in Ucraina, dove affrontano terribili sofferenze umane, distruzione e sfollamento». La Uefa ha disposto inoltre che le gare casalinghe di Nazionali e club di Russia e Ucraina dovranno essere disputate in campo neutro «fino a nuovo avviso».
Ucraina, l’appello della leggenda Shevchenko
Continuano intanto le reazioni del mondo del calcio all’invasione russa. «La mia gente e la mia famiglia sono in pericolo. L’Ucraina e la sua popolazione vogliono pace e integrità territoriale. Vi prego, vi prego di sostenere il nostro Paese e chiedere al governo russo di fermare la loro aggressione e violazione del diritto internazionale. Tutto quello che vogliamo è la pace. Non c’è bisogno della guerra. La guerra non è la risposta», ha scritto Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan, di recente transitato sulla panchina del Genoa dopo cinque anni da commissario tecnico della sua Ucraina.

Ucraina, la maglietta “no war” di Malinovskyi
Di reti nel corso della carriera Shevchenko ne ha messe a segno tanto, due quelle realizzate ieri in Europa League da Ruslan Malinovskyi dell’Atalanta, anche lui Ucraino, nel match contro l’Olympiacos: dopo la prima, ha tirato su la maglia nerazzurra svelando la scritta “No war in Ukraine”.

Ucraina, il tridente mostrato da Yaremchuk
Mercoledì, invece, Roman Yaremchuk del Benfica, dopo aver segnato il gol del 2-2 contro l’Ajax in Champions League, aveva mostrato una maglia con il Tryzub, ovvero il Tridente simbolo della sua Ucraina. Per la quale l’invasione, appena due sere fa, era solo una minaccia.