Al Bano e Adriano Celentano si scontrano in un botta e risposta sul Reddito di Cittadinanza. I due big della musica italiana hanno opinioni diverse al riguardo e lo hanno dimostrato pubblicamente.

Il post di Celentano e la risposta di Al Bano sull’RdC
Adriano Celentano, Al Bano Carrisi e Iva Zanicchi sono i tre protagonisti dell’ultima discussione a tema RdC. Adriano ha «preso le difese» dello strumento implementato dai 5 Stelle, mentre gli altri due artisti hanno idee opposte. A far scattare la polemica è stato il post pubblicato su Instagram dal «Molleggiato». Parafrasando il titolo di uno dei suoi brani più famosi «Chi non lavora non fa l’amore» Celentano ha pubblicato una foto che lo mostra mentre guida un trattore: «Chi non lavora… comunque non si abbandona…».
Al Bano non condivide questa versione dei fatti. Il cantante pugliese ha manifestato grande rispetto nei confronti del collega ma ha espresso la sua opinione: «Adriano è sempre geniale e lo è stato anche postando questa frase». Poi ha continuato dicendo: «Sono d’accordo con lui perché lancia un messaggio giusto nel momento giusto. Come era giusto allora dire ‘chi non lavora non fa l’amore’ è giusto ora dire ‘chi non lavora non va abbandonato’. Ma io specificherei ‘chi non ha lavoro’ o meglio ancora ‘chi non trova lavoro non va abbandonato’». Poi Al Bano ha dato una stilettata alla politica italiana: «In ogni caso in politica non si dovrebbe giocare sulla pelle degli uomini per racimolare qualche voto in più».

Le parole di Iva Zanicchi sulla questione
Anche Iva Zanicchi ha espresso la sua opinione, infatti ha ammesso di non essere d’accordo con la predica di Adriano Celentano: «Sulla difesa del reddito di cittadinanza la sua ‘predica’ è sbagliata».
L’artista ha rimarcato di essere d’accordo nella difesa di chi non ha un lavoro, ma è altrettanto d’accordo con il governo nel cercare di aiutare chi ha veramente bisogno: «Va bene ed è sacrosanto aiutare chi non lavora, ma se questi aiuti in modo sconsiderato vanno anche a ragazzi che il lavoro non lo cercano e restano a casa, magari sommando qualche lavoretto in nero al reddito di cittadinanza, allora non va bene: non si aiutano così, perché è diseducativo e si fa loro del male, perché l’ozio è il padre dei vizi».