Marcello Minenna: l’uomo che non affonda mai, dalla Calabria a Cdp

Sebastiano Venier
06/02/2023

L'OBOLO DI SAN PIETRO. L'ex capo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli è il nuovo assessore all’Ambiente della Calabria e punta alla vicepresidenza di Cassa depositi e prestiti in quota Lega. Da sempre vicino ai grillini, fu a un passo dal guidare la Consob: ambizioni, guai e capriole di un economista dall'ego ingombrante.

Marcello Minenna: l’uomo che non affonda mai, dalla Calabria a Cdp

Un tappo di sughero. Che non affonda mai. E con enormi ambizioni. Alcuni anni fa era in predicato come presidente in pectore di Consob, dove era entrato nel 1996 all’Ufficio Ispettorato stato per poi diventare dirigente. Adesso punta alla vicepresidenza di Cassa depositi e prestiti in quota Lega (la presidenza spetta alle Fondazioni) nel futuro rinnovo. Marcello Minenna, 51 anni, barese, nel frattempo è diventato il nuovo assessore all’Ambiente della Regione Calabria. Il presidente Roberto Occhiuto (Forza Italia) ha affidato all’ex direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli un compito complesso, perché il rispetto dell’ambiente non è mai stato uno dei fiori all’occhiello della regione. «Se riparte la Calabria, se riparte il Sud, riparte il Paese», ha raccontato ai suoi più stretti collaboratori. D’altronde per Minenna, che è anche editorialista de Il Sole 24 Ore, si tratta di un ritorno al passato, quando ha lavorato con il prefetto di Roma Francesco Paolo Tronca all’epoca del commissariamento dopo la caduta del sindaco di Ignazio Marino. E nel 2016 venne chiamato dalla successora Virginia Raggi come assessore al Bilancio. Dalla Giunta capitolina, non senza polemiche, si dimise due mesi dopo quando ai giornali dichiarò di «aver chiuso con la Raggi, ma non con i grillini».

Marcello Minenna: l'uomo che non affonda mai, dalla Calabria a Cdp
Marcello Minenna ex direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Indagato per abuso d’ufficio dopo un licenziamento “sospetto”

Non aveva detto una bugia, tant’è vero che, nel 2019, l’allora vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio dichiarò che Minenna era il «nome del Movimento 5 stelle e della Lega alla presidenza della Consob». Un legame, quello con i pentastellati, che non si è mai affievolito. È stato citato in più di una dichiarazione dall’ex grillino Nicola Morra, che lo ha definito come «servitore dello Stato inappuntabile». Anzi, il rapporto con il mondo grillino si è rinsaldato nel 2020, quando il governo Conte lo ha nominato all’Agenzia delle dogane e monopoli, dove è incappato in alcuni inconvenienti giudiziari: è stato infatti indagato per abuso d’ufficio dalla procura di Roma. Secondo un esposto depositato al tribunale e alla Guardia di finanza, l’ex dirigente Alessandro Canali sarebbe stato licenziato subito dopo aver denunciato presunte irregolarità relative a note spese per viaggi e missioni istituzionali della dipendente Patrizia Bosco, con cui Minenna avrebbe intrattenuto una relazione.

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Marcello Minenna con Beppe Grillo.

Un esposto anche per presunti sprechi di denaro

L’Agenzia aveva fatto sapere che l’ex dirigente era stato rimosso dall’incarico per effetto di una riorganizzazione già annunciata da tempo, di cui però non risulta disponibile la documentazione. Canali ha anche fatto ricorso d’urgenza alla sezione lavoro del tribunale di Roma contro la soppressione del posto di vicedirettore che avrebbe determinato la fine anticipata del suo incarico. Secondo l’ex dirigente si sarebbe trattato di una rappresaglia per aver sollevato la questione dell’opacità delle missioni istituzionali (e relative spese) di Minenna accompagnato dalla Bosco. L’ex capo della direzione Giochi Roberto Fanelli ha poi presentato un esposto relativo a presunti sprechi di denaro: lavori affidati direttamente, senza gare d’appalto, a professionisti che avrebbero anche avuto a che fare con la ristrutturazione della casa di Minenna.

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Marcello Minenna con Patrizia Bosco. (Piazza Pulita)

Si occuperà di rigassificatore, ma con quali competenze?

Essendo uomo dall’ego piuttosto ingombrante, Minenna non perde occasione di ricordare di essere stato «allievo di Ciampi» e «docente alla London School of Economics». Quando era alle Agenzie delle entrate aveva fatto montare nei suoi uffici dei loghi in marmo, allestiva sale vip e utilizzava le automobili sequestrate ai narcotrafficanti. Insomma, un vero civil servant. Inoltre, quando era alle dogane, aveva avviato un’interlocuzione con Occhiuto per il rigassificatore di Gioia Tauro. Un’infrastruttura fondamentale visto che si va verso un blocco totale delle forniture dalla Russia. E adesso Minenna si troverà a gestire una questione alquanto complicata: chissà con quali competenze, visti i diversi interessi che il rigassificatore può scatenare. Specialmente in Calabria.