Il potente terremoto che ha scosso la Turchia e la Siria ha danneggiato gravemente il Castello di Gaziantep, dichiarato patrimonio culturale mondiale dall’Unesco. Ma non è questo l’unico monumento di inestimabile valore archeologico e storico ad aver riportato danni nei due Paesi, tra le culle della civiltà.
Gaziantep Castle is completely destroyed after today’s earthquake in Turkey.
The castle was built by the Hittite Empire and later built into a main castle by the Roman Empire in 2nd and 3rd centuries AD. pic.twitter.com/6Amv0PfhNT
— Oskar Aanmoen 🇳🇴 (@OAanmoen) February 6, 2023
I crolli in Turchia
Costruito in cima a un tumulo nel centro di Gaziantep, si ritiene che parti le parti più antiche della fortezza risalgano all’impero ittita, dunque a 6 mila anni fa. L’edificio principale fu costruito dai romani tra il II e III secolo, poi fu successivamente rafforzato e ampliato durante il periodo dell’imperatore bizantino Giustiniano I. Attorno al 1230 i crociati cristiani si impossessarono del castello. La fortezza subì ulteriori rifacimenti nel 1480, su iniziativa del sultano egiziano Qaytaby, e poi successivamente sotto Solimano I, detto il Magnifico, sultano dell’Impero ottomano che ne rafforzò le mura e fece aggiungere una cinta interna.

In attesa di verifiche, c’è il timore che possano essere andati distrutti i reperti che il Gaziantep Kalesi conservava nelle sale riallestite nel 2017: oggetti in vetro ittiti, romani, ellenistici, oltre alle lapidi pagane di Zeugma che si trovavano nel giardino. Sempre a Gaziantep, anche la cupola e il muro orientale della moschea Şirvani, che si trova accanto al castello, sono parzialmente crollati durante il terremoto.
La piccola comunità cattolica del sud della Turchia (İskederun – Alessandretta) paga un prezzo simbolico molto alto al terremoto: la cattedrale è in macerie.#terremotoTurkey #deprem pic.twitter.com/pDbHvKv56l
— Claudio Monge op (@galatacla) February 6, 2023
A Iskenderun, cioè Alessandretta, è andata in gran parte distrutta la Chiesa dell’Annunciazione, cattedrale cattolica edificata nel XIX secolo. Gravissimi danni anche alla Chiesa dei Quaranta Martiri della comunità armena.
Walls of the historical Yeni mosque collapse after the 7.8 magnitude earthquake strikes.
Photograph: Anadolu Agency/Getty Images pic.twitter.com/dORXwveMdb
— Abdulsatar Bochnak (@AbdulsatarBoch1) February 6, 2023
A Malatya è collassata la copertura della moschea principale, ribattezzata “nuova” (yeni) perché ricostruita alla fine del XIX secolo in seguito a un terremoto e già restaurata Negli Anni Sessanta a seguito di un sisma di minore entità. Ad Antakya ad essere colpita dal terremoto è stata la chiesa greca-ortodossa.
Chiese, moschee, diverse di un certo valore storico, sono ridotte in macerie. Dopo le tragiche immagini della cattedrale latina di Iskenderun, ecco quelle della chiesa greco-ortodossa di Antakya, che ha perso completamente la facciata, oltre ad essere inagibile#terremototurchia pic.twitter.com/sJUyjt0g8i
— Claudio Monge op (@galatacla) February 6, 2023
I danni in Siria
Gravi danni a edifici storici anche ad Aleppo, dove sono crollate porzioni della Cittadella, che sorge su una collina già stata fortificata dagli amorrei di Yamkhad nel II millennio a.C. Sono crollati «gran parte della cupola del faro della moschea ayyubide» e «l’ingresso della torre difensiva mamelucca», secondo quanto affermato dalla Direzione generale delle antichità e dei musei siriana.

Seri danni al mulino ottomano all’interno e a porzioni delle mura difensive nordorientali. Tra il 2012 e il 2016 la cittadella aveva subito gravi danni durante la battaglia di Aleppo.
Syria: Aleppo’s ancient citadel damaged in earthquake.
📸AFP#syriaearthquake #AleppoEarthquake #Turkey pic.twitter.com/zLVaPRlk3O
— Annu Kaushik (@AnnuKaushik253) February 6, 2023
A seguito del terremoto sono comparse crepe nei muri del Museo Nazionale di Aleppo ed ha riportato danni anche la Cattedrale Presbiteriana. È stata poi danneggiata Qala’at Marqab, una delle fortezze crociate in Siria meglio conservate, insieme al Krak dei Cavalieri e alla Cittadella del Saladino: si trova sulla vetta di un antico vulcano, a pochi chilometri dalla città di Baniyas. Timori inoltre per lo stato delle antiche rovine di Palmira, sito archeologico che ha già subito gravissimi danni durante la guerra civile siriana, a opera di sistematiche distruzioni del gruppo terrorista dello Stato Islamico nel 2013.