Vacanze, cinque castelli “infestati” dai fantasmi da visitare

Stefania Romani
20/08/2022

Dal Castello di Caldes in Val di Sole a quello Murat di Pizzo Calabro, cinque fortezze da visitare in Italia dove sono intrappolati degli spiriti, secondo la leggenda. Donne uccise tra atroci sofferenze, generali assassinati, anime che cercano giustizia: le storie degli intrighi di corte.

Vacanze, cinque castelli “infestati” dai fantasmi da visitare

Troneggiano maestosi sul panorama. E raccontano storie, passioni, intrighi di corte. Ma al calar del sole si arricchiscono del fascino sinistro legato ai fantasmi che li abiterebbero da secoli. Sono i castelli che secondo la leggenda sono infestati da spiriti mai placati, perché desiderosi di urlare in eterno le loro vicende. Tag43 ha scelto cinque manieri che in tutto il Paese, dall’Arco Alpino alla Calabria, danno l’opportunità di addentrarsi in epoche lontane e visitare paesaggi montani, collinari, marittimi.

Il Castello di Caldes e la storia della fanciulla segregata in una stanza

In Val di Sole, sui profili montuosi del trentino nordoccidentale, svetta il Castello di Caldes, che si snoda attorno alla torre di cinque piani, con sale che vantano soffitti a volta, affreschi, rivestimenti in legno alle pareti, rispondendo al gusto tardo gotico. Fondato nel 1230 come bastione su un’altura, secondo una prassi consolidata in tutta la vallata, nel Quattrocento il complesso viene ampliato dalla nobile casata dei Thun con nuovi criteri residenziali, che prevedono ambienti comodi e arricchiti di decorazioni, valorizzati dai restauri degli ultimi anni. Il gioiello? La Stanza di Olinda, un vano piccolissimo, completamente affrescato, dove la vulgata vuole che la fanciulla sia stata segregata dal padre, morendo d’amore per il suo menestrello, che la famiglia le impediva di frequentare. Sembra che dietro alla vicenda si celi quanto vissuto davvero da Marianna Thun, fuggita con un amante non all’altezza della sua estrazione, quindi catturata dai fratelli e imprigionata. (www.visitvaldisole.it)

Vacanze, cinque castelli "infestati" dai fantasmi da visitare
Castello di Caldes.

Il Castello di Gropparello e la moglie del padrone fatta morire di stenti

Arroccato a uno sperone roccioso nel cuore delle colline piacentine, il Castello di Gropparello si affaccia su un orrido solcato dal torrente Vezzeno. Perfettamente conservata, con tanto di ponte levatoio, torri, saloni, cucine e cantine, la fortezza è circondata dal primo Parco delle fiabe in Italia e ospita molti eventi a tema. Verso la metà del Duecento ha fatto da cornice a una vicenda tragica: il signore Pietrone da Cagnano parte per la guerra, lasciando sola la splendida moglie Rosania Fulgosio. In assenza del padrone, il maniero viene conquistato da un amore di gioventù della padrona di casa, Lancillotto Anguissola, un capitano di ventura con cui la dama intreccia una relazione per salvare la proprietà. Ma secondo la leggenda fra i due ci sarebbe stato un vero ritorno di fiamma. E una volta rientrato e appreso il tradimento della moglie, Pietrone in un banchetto la narcotizza, per poi rinchiuderla nei sotterranei della struttura, dove morirà di stenti e da dove sembra farsi sentire ancora oggi. (www.castellodigropparello.net)

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Castello di Gropparello – Parco delle Fiabe.

Il Castello di Poppi e il fantasma di Telda a caccia di spasimanti

Visibile da gran parte del Casentino, il Castello di Poppi, in provincia di Arezzo, sarebbe ancora abitato dal fantasma di Matelda, consorte di un rampollo della famiglia Guidi, che uccideva i suoi amanti per far sparire le tracce dei suoi tradimenti. Fra le mura alte, compatte e merlate della struttura in pietra, la giovane Telda era costretta a vivere con un marito di età avanzata, impostole dalle convenzioni. E pare che dalla torre della rocca si guardasse attorno, per scegliere fra i passanti i suoi potenziali partner: gli uomini, dopo una notte di passione, venivano attirati in un passaggio segreto che si rivelava dotato di una botola mortale. La gente dell’abitato, insospettita da numerose sparizioni, mentre il conte era lontano, assale il complesso e cattura la donna, segregandola nella torre in cui si spegnerà e che da allora si chiama Torre del Diavolo. In alcune notti sembra però che Telda torni alla ricerca di spasimanti. (www.ilbelcasentino.it)

Nel borgo di Valsinni, Isabella si aggira con un mantello bianco

Nell’entroterra della Basilicata, il borgo di Valsinni si dipana attorno al maniero in cui ha vissuto la poetessa rinascimentale Isabella Morra. Dalla struttura che domina parte della provincia di Matera, i fratelli erano convinti che la ragazza inviasse i suoi componimenti a Diego Sandoval de Castro, padre di famiglia spagnolo, nonché governatore della rivale Taranto. I Morra, che erano filofrancesi, non tollerando l’idea di un rapporto di questo tipo, anche se solo epistolare, in nome dell’”onore” assassinano Isabella, facendola sparire. Il suo fantasma dolente, in cerca di giustizia, si aggirerebbe con un mantello bianco sul quale ricadrebbe la magnifica chioma bionda della fanciulla, che scriveva nel tentativo di alleviare la pesantezza della reclusione all’interno di una famiglia profondamente divisa, nella quale si augurava il rientro del padre. (www.basilicataturistica.it)

Vacanze, cinque castelli "infestati" dai fantasmi da visitare
Castello di Pizzo Calabro.

Castello Murat di Pizzo Calabro, dove Gioacchino cerca vendetta

Fra i centri marinari calabresi del litorale ionico, Pizzo Calabro, in provincia di Vibo Valentia, è aggrappato a un promontorio in tufo della Costa degli Dei. Il suo castello è stato voluto nel Quattrocento da re Ferdinando d’Aragona, per proteggersi dalla congiura perpetrata contro di lui dai feudatari locali, in una struttura possente, con torrioni a pianta circolare che guardano il mare. La leggenda vuole che fra queste mura si aggiri il fantasma di Gioacchino Murat, generale francese fedele a Napoleone e re di Napoli, che proprio nella fortezza viene fucilato. Dopo la disfatta di Bonaparte, nonostante la bontà delle sue azioni riformiste, Murat attaccato e sconfitto da Ferdinando IV di Borbone, viene rinchiuso e ucciso. Ai misteri legati alla sepoltura e ai gioielli di Gioacchino si devono i rumori di catene che si sentirebbero nella rocca aragonese e nella vicina chiesa di san Giorgio, dove lo spirito del francese si aggirerebbe in ermellino alla ricerca di vendetta. (www.castellomurat.it)