La Cassazione ha deciso: i bambini non devono e non possono essere costretti tramite un giudice a vedere i nonni. Tutto è nato da un ricorso presentato dai genitori di due bambini, costretti a vedere proprio i loro nonni. La Corte Suprema, però, non è dell’avviso che possa esserci un obbligo perché a prevalere sul diritto dei nonni di vedere i nipoti minorenni è l’interesse dei bambini, che in questo caso manifestano la propria contrarietà alla relazione.

La Cassazione: «Giudice deve stabilire se rapporti si possono ricomporre»
Tutto è nato, quindi, dai rapporti molto complicati dei genitori dei due bambini con i nonni e uno zio dal lato paterno della famiglia. Questi ultimi sono rivolti alla magistratura pur di vedere i nipoti. Ma la Cassazione è stata chiara e ha sottolineato che «il compito del giudice non è quello di individuare quale dei parenti debba imporsi sull’altro nella situazione di conflitto, ma di stabilire, rivolgendo la propria attenzione al superiore interesse del minore, se i rapporti non armonici (o addirittura conflittuali) fra gli adulti facenti parte della comunità parentale si possano comporre e come ciò debba avvenire». Ma erano stati i servizi sociali a dichiarare che «il conflitto risultava irrisolvibile».
In primo grado disposti gli incontri con un educatore presente
Il Tribunale di Milano nella sentenza di primo grado non è stato dello stesso avviso. Erano stati disposti gli incontri tra nonni, zio e nipoti, purché alla presenza di un educatore. Questa figura era necessaria, secondo i giudici, per gli atteggiamenti aggressivi della nonna nei confronti dei genitori. La prescrizione è poi caduta in Corte d’Appello, che aveva sottolineato come alla donna non sarebbe servito «rivolgersi allo psichiatra» ma che invece «occorreva far maturare nei genitori la consapevolezza del danno psichico cui espongono i loro figli, costretti a vivere privati degli affetti che potrebbero arricchirli, in un clima indotto di paura e di rancore». E la stessa Corte d’Appello invitava tutti a seguire «un percorso allargato di terapia familiare».
