Chissà se grideremo al capolavoro come in molti fecero dopo l’uscita de Il Caimano o Il Divo. Probabilmente no. Ma lui spera almeno di non finire dritto nella galleria del trash-grottesco che rimanda ad pellicole ‘politiche’ come Belluscone – Una storia siciliana, peraltro splendido spaccato sociologico del geniale Franco Maresco. In ogni caso, Rocco Casalino sa il fatto suo in tema di epopee, di narrazioni più o meno artificiose. E comunque la sua vita personale e professionale, tra trionfi e cadute, si presta alle logiche del dramma pop.
Casalino e l’autobiografia Il Portavoce
Il deus ex machina della comunicazione di Giuseppe Conte ha avuto un discreto riscontro di pubblico con l’autobiografia Il Portavoce, una specie di House of Cards alle cime di rapa. Ma ora la sua storia, dalla Puglia a Roma passando per la Germania, Bologna e la Lombardia, dai divanetti bianchi dei reality ai velluti rossi dei palazzi romani passando per le peripezie a cinque stelle, sta per ascendere all’Olimpo della celluloide. Assieme al gruppo Mondadori, infatti, Rocco nazionale ha ceduto i diritti alla casa di produzione Kubla Khan, fondata nel 1995 dal napoletano Umberto Massa, che realizzerà il film tratto dal volume.
Dal comico al dramma sociale: i film firmati Kubla Khan
Scorrendo l’elenco dei film prodotti nell’ultimo ventennio dall’azienda romana, si scopre innanzitutto che l’attività si concentra tutta tra il 2000 e il 2009, mentre negli ultimi 12 anni la Kubla Khan non ha più condotto in porto alcun progetto. Massa, dal canto suo, ha conosciuto i fasti di produttore esecutivo con le prime imprese cinematografiche di Aldo, Giovanni e Giacomo e con l’imprescindibile Si fa presto a dire amore di Enrico Brignano. Poi sono arrivate anche le pellicole impegnate, di taglio quasi neorealistico e con dentro molto Sud: per esempio il film di nicchia La capagira che è una sorta di Mery per sempre in salsa pugliese. O ancora le peripezie di un gruppo di pescatori della costa campana ne Il mare non c’è paragone di Eduardo Tartaglia. E poi il dramma sociale, sempre all’ombra del Vesuvio, di Pater familias, diretto da Francesco Patierno: il film più premiato tra quelli prodotti dalla Kubka Khan.
Tra le produzione anche Shooting Silvio
Certo, non manca nemmeno la politica nei trascorsi artistici della casa che nel 2007 ha prodotto Shooting Silvio, di Berardo Carboni: la storia di un giovane scrittore, orfano, ricco, mitomane e sbalestrato che si convince della necessità di uccidere Silvio Berlusconi.
Ora toccherà mettere a punto la trasposizione cinematografica delle vicende di Casalino, che sono un po’ un compendio dei temi frequentati da Massa: c’è il Sud, la violenza domestica, la disperazione, il riscatto, l’emigrazione, la fama, il successo. E infine splendori e miserie del potere politico. Insomma, Rocco e i suoi flagelli. Chissà chi sarà chiamato a vestire i panni del protagonista. Rocco vorrà metter bocca nella scelta? E che ruolo avrà Renzi nella sceneggiatura? Forse lo si potrebbe titolare Shooting Matteo.