Rocco e i suoi fardelli

Stefano Iannaccone
04/06/2021

L'annunciato ritorno di Rocco Casalino a Montecitorio agita i pentastellati. Che fanno quadrato intorno all'attuale capo comunicazione Andrea Cottone. Un segnale per Giuseppe Conte che si appresta a guidare il M5s.

Rocco e i suoi fardelli

Da luglio Rocco Casalino rientra a Palazzo: destinazione Camera dei deputati. Stando agli annunci – manca ancora l’ufficialità – sarà dipendente del gruppo del Movimento 5 stelle su indicazione di Giuseppe Conte che avrebbe chiesto l’ok direttamente a Vito Crimi. Nelle ultime ore, secondo quanto apprende Tag43, si stanno definendo gli ultimi dettagli per il gran rientro del’ex portavoce del premier, insieme a Maria Chiara Ricciuti, la sua vice durante i governi Conte. Ma se la riassunzione di Ricciuti non crea alcun problema, quella di Casalino ha già alimentato tensioni e malumori sia tra i parlamentari che nello staff della comunicazione, fresco di restyling nel segno di Luigi Di Maio o, meglio, del suo consigliere di comunicazione, Augusto Rubei.

Le pressioni nel M5s per dirottare Casalino al Senato per difendere Andrea Cottone

Dallo scorso settembre, al vertice è approdato Andrea Cottone, ex portavoce di Alfonso Bonafede nei mesi al ministero della Giustizia, subentrato a Fabio Urgese, considerato uno dei fedelissimi di Casalino. Una battaglia vinta in questa guerra di comunicazione che lancia un segnale d’allarme anche a Conte: l’ex premier non è atteso  alla guida del M5s con il tappeto rosso. Le strutture profonde, in parlamento e non solo, sono tutte legate alla vecchia guardia, a Di Maio in primis, e osservano con diffidenza, se non con spirito di autodifesa, il nuovo corso che sta per inaugurarsi. Va detto però che questo cambio della guardia ha già compiuto un miracolo: nei 5 stelle, per una volta, sono tutti uniti, seppure dal sentimento di insoddisfazione. Tanto, e non è un mistero, che a Montecitorio hanno fatto di tutto per far avere a Casalino un contratto al Senato, sotto la direzione di Ilaria Loquenzi, con cui l’ex portavoce del presidente del Consiglio ha sempre avuto un buon rapporto. I due erano i grandi capi della comunicazione nella scorsa legislatura, nonostante Casalino le avesse sempre rubato la scena. Per molti questa sarebbe la soluzione più pratica: Rocco lontano dalla Camera dove il direttivo ha «innalzato una barriera di protezione nei confronti dell’attuale struttura», viene sussurrato a Tag43. Una soluzione che tutelerebbe anche Cottone, il nuovo capo.

casalino torna a montecitorio e agita il m5s
L’ex portavoce di Giuseppe conte Rocco Casalino (Getty Images).

 

L’operazione Senato ostacolata dalle casse non proprio floride del gruppo

Ma l’operazione-Palazzo Madama è stata problematica fin dall’inizio per una semplice ragione: i conti non tornano. La decimazione del Movimento al Senato, dove la diaspora è destinata a proseguire, ha indebolito le casse del gruppo, così era difficile garantire a Casalino lo stipendio (notoriamente non basso: nel 2018, ai tempi di Palazzo Chigi, il suo assegno ammontava a 169 mila euro lordi annui). A Montecitorio la disponibilità finanziaria è invece migliore.  Addirittura è stato valutato lo spacchettamento del contratto, metà Camera e metà Senato. Operazione comunque complicata sotto l’aspetto tecnico. Dai senatori troverà spazio un altro uomo di Conte a Palazzo Chigi, il social media manager, Dario Adamo. Il compromesso su Casalino, invece, si orienta verso un incarico alla Camera da “capo area della tivù”, una formula che gli garantisce un certo margine di manovra «ma sempre sotto Cottone nell’organizzazione complessiva», puntualizza una fonte.

Pentastellati preoccupati per lo spoil system di Conte

Ma per quali motivi ci sono tanti malumori? «Rocco è una figura ingombrante, non possiamo nasconderlo», è la sintesi. Un modo per dire: non viene certo a fare il gregario, ma chiede di prendere il comando. Per questo la struttura di comunicazione, che ora ha trovato una quadra, ha deciso di fare muro in tutti i modi. Teme di finire, di nuovo, nelle mani di Rocco. I parlamentari, sull’altro fronte, non nascondono i malumori, perché l’assunzione dell’ex portavoce è stata definita addirittura prima che Conte illustrasse il suo progetto per il rilancio del Movimento 5 stelle. Su cui i ritardi sono diventati fonte di ogni ironia. Il senso del ragionamento che circola è semplice: l’ex premier pensa già alle caselle da occupare, senza aver detto cosa vuole fare. E ci sarebbe anche una questione non proprio secondaria: Casalino tornerebbe a Montecitorio, a libro paga del gruppo, ma «tutti sanno che lavorerà agli interessi di Conte, non dei deputati». Un avvertimento al leader in pectore: i parlamentari sono sospettosi circa le mire contiane e sullo spoil system che l’avvocato del popolo potrebbe mettere in atto.