Energia, l’Ue vuole il taglio obbligatorio dei consumi

Redazione
12/09/2022

La bozza delle norme sarà discussa nelle prossime ore. Intanto sul tetto al prezzo del gas la Norvegia guida il fronte degli scettici.

Energia, l’Ue vuole il taglio obbligatorio dei consumi

Ursula von der Leyen parlerà domani, martedì 13 settembre, all’Unione Europea, spiegando quale sarà il gruppo di misure proposto dalla Commissione per ridurre i consumi elettrici. Il caro-bollette sta tenendo banca in tutti gli Stati europei e mentre il tetto al prezzo del gas non sembra una norma apprezzata da tutti, secondo la bozza del regolamento von der Leyen parlerà di un taglio obbligatorio dei consumi. Intanto il dibattito fa abbassare il prezzo del gas al Ttf di Amsterdam, tornato sotto i 200 euro: il contratto future ha ceduto il 9,07 per cento a 188,3 euro al megawattora.

Energia, l'Ue vuole il taglio obbligatorio dei consumi. Intanto la Norvegia si oppone al tetto sul prezzo del gas
Ursula von der Leyen (Getty)

La Commissione europea pensa al taglio obbligatorio per 3 o 4 ore al giorno 

L’Ansa ha pubblicato le bozze di regolamento che la Commissione europea dovrebbe proporre nella giornata di domani. L’obiettivo sarebbe ridurre i consumi di elettricità nelle ore di maggior consumo e agli Stati potrebbe essere proposto di selezionare 3 o 4 ore al giorno in cui imporre un limite di energia consumabile. E saranno le singole nazioni a scegliere quando. All’interno del regolamento, inoltre, potrebbe essere inserito un altro limite obbligatorio, quello ai ricavi degli operatori che producono energia, provenienti da rinnovabili, nucleare e lignite. Le cifre in eccesso sarebbero cedute a cittadini e imprese. Inoltre verrebbero incentivati i contratti di acquisto a lungo termine nel mercato delle rinnovabili.

La Norvegia scettica sul tetto al prezzo del gas 

Tutto fermo, invece, per quanto riguarda il tetto al prezzo del gas di cui la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva parlato già la scorsa settimana. A opporsi adesso sarebbe la Norvegia. Il primo ministro Jonas Gahr Støre: «Conveniamo nell’avere un dialogo ancora più stretto con l’Unione europea andando avanti sulle varie proposte sul tavolo. Ci apprestiamo a partecipare ai colloqui con un atteggiamento aperto, ma siamo scettici a un tetto al prezzo del gas. Il price cap non risolverà il problema fondamentale, ovvero che c’è troppo poco gas in Europa. Fin dall’inizio, la Norvegia ha fatto il possibile per rimediare alla situazione in Europa e le aziende norvegesi hanno aumentato notevolmente la produzione di gas. La Norvegia ora fornisce l’8% in più di gas all’Europa rispetto a quando è scoppiata la guerra».

Energia, l'Ue vuole il taglio obbligatorio dei consumi. Intanto la Norvegia si oppone al tetto sul prezzo del gas
Jonas Gahr Støre (Getty)

Cingolani insiste sul price cap

Di opinione opposta, invece, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Intervistato da Radio 24, ha espresso la posizione dell’Italia, spiegando prima che «già ieri c’è stata la chiamata per un primo gruppo di esperti, tra cui un italiano», scelti per studiare il price cap, il tetto sul prezzo del gas. «Per la decisione non serve l’unanimità, si va a maggioranza qualificata. Gli operatori che mettono questo gas a disposizione non sono delle onlus, sono aziende quotate in Borsa, non gli si può chiedere di regalare allo Stato il gas da dare a prezzo scontato, ci sono degli investitori a cui devono spiegare l’operazione».