Sebbene l’incoronazione di Re Carlo III sia ormai alle spalle, a qualcuno proprio non sono andate giù certe cose. Soprattutto in Africa, con aspre critiche nei confronti della corona britannica. In particolare, alcuni membri della sinistra radicale in Sudafrica hanno reclamato a gran voce la restituzione della Stella d’Africa, il diamante più grande del Pianeta, incastonato nello scettro regale. Non è andata meglio nello Zimbabwe per via dell’invito spedito al presidente Emmerson Mnangagwa, accusato di violazione dei diritti umani: gli attivisti che lottano per la democrazia nel Paese non l’hanno presa bene.
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Carlo III, dal Sudafrica allo Zimbabwe: le reazioni dell’Africa all’incoronazione
La sinistra radicale del Sudafrica chiede la restituzione della Stella d’Africa
In Sudafrica aspre polemiche sono giunte dall’Economic Freedom Fighters, partito populista di sinistra radicale all’opposizione. In un comunicato ufficiale, ha infatti intimato al Regno Unito la restituzione della Stella d’Africa, il diamante di 530 carati che giganteggia sullo scettro di Re Carlo III. La più grande pietra preziosa al mondo infatti venne rinvenuta in Sudafrica nel 1905 e donata due anni dopo dall’allora governo coloniale del Paese alla corona britannica. «Dopo 116 anni, la monarchia inglese continua a sfoggiare la Stella rubata», hanno scritto alcuni esponenti del partito. «Non aveva il diritto di accettarla allora, non ne ha oggi per ostentarla». Polemiche anche per la presenza a Westminster di Naledi Pandor, ministro degli Esteri sudafricano, che ha così «legittimato la brutalità britannica».

Eppure, accanto alle polemiche, non sono mancati apprezzamenti e grida di giubilo per Re Carlo III. Thuli Madonsela, che per anni ha guidato l’organismo di vigilanza sulla corruzione pubblica in Sudafrica, ha fatto i complimenti alla royal family in un tweet. Particolarmente apprezzata la decisione di far cantare la soprano locale Pretty Yende all’inizio della cerimonia. Diversi i festeggiamenti in tutto il Paese, tra cui spicca la città costiera di Durban. Qui alcuni britannici hanno organizzato picnic o braai, tipici barbecue sudafricani per omaggiare a loro modo Re Carlo III e la Regina Camilla.
Congratulations to HM King Charles and Queen Camilla on their coronation. It was wonderful to see our peerless opera star @PrettyYende shine during the coronation #Coronation #CoronationDay @ukinsouthafrica pic.twitter.com/gUETyCNne5
— Prof Thuli Madonsela #KindnessBuilds (@ThuliMadonsela3) May 7, 2023
Dallo Zimbabwe al Kenya, polemiche in diverse nazioni
Come anticipato, tuttavia, le polemiche in Sudafrica non rappresentano un unicum nel continente. Sono parecchie infatti le nazioni che hanno espresso malumori per la presenza di alcuni invitati all’incoronazione di Carlo III. È il caso dello Zimbabwe, presente alla cerimonia con il presidente Emmerson Mnangagwa, duramente criticato in patria per violazione di diritti umani. In un primo momento favorevole al ritorno del Paese nel Commonwealth, si è però poi opposto a ogni riforma democratica o economica necessaria. «È chiaro che il Regno Unito ha scelto gli affari prima delle persone», ha affermato l’attivista per la democrazia Obert Masasaure. «Ci preoccupa che i campioni della parità ospitino despoti come Mnangagwa».

Reazioni contrastanti anche in Kenya. Sebbene le generazioni più anziane abbiano sostenuto la corona britannica e i valori del Commonwealth, in tanti hanno manifestato perplessità. Diversi cittadini hanno ricordato «le torture, l’oppressione, le detenzioni e le uccisioni durante il colonialismo». Situazione simile anche in Nigeria, dove è stata contestata la partecipazione della star dell’afrobeat Tiwa Savage al concerto per Carlo III. «Tanti artisti occidentali hanno declinato l’invito e lei ha accettato?», si legge in vari post su Twitter. «Il solo pensiero mi sta distruggendo».
