Sorpresa, ma non troppo. Carlo Fuortes si aggiunge nel folto gruppo dei papabili in vista delle rinnovo dei vertici delle grandi società pubbliche, e prenota la poltrona di presidente delle Poste, a oggi occupata da Maria Bianca Farina. Sarebbe questa la soluzione che sta maturando in seno alla maggioranza per far sì che l’amministratore delegato della Rai, il cui mandato naturale scade nel 2024, che fu nominato in era Draghi, lasci viale Mazzini.
L’ipotesi del Maggio musicale fiorentino considerata una diminutio
Giorgia Meloni e i suoi alleati hanno fretta di cambiare gli assetti della tivù pubblica, e la permanenza di Fuortes è un ostacolo ai loro desiderata. Inizialmente avevano pensato di offrirgli una posizione di peso alla sovrintendenza del Maggio musicale fiorentino, restituendolo così al suo antico mestiere di manager culturale, svolto con ottimi risultati prima all’auditorium parco della Musica e poi alla direzione del teatro dell’Opera di Roma. Ma il manager ha rifiutato, considerando l’approdo fiorentino una diminutio rispetto al suo attuale ruolo. E rilanciando su due suoi obiettivi giudicati però dalla controparte irraggiungibili: la sovrintendenza del Teatro alla Scala o la guida della Biennale di Venezia.

Rai, Roberto Sergio nuovo ad e Giampaolo Rossi direttore generale
Ecco allora spuntare la soluzione Poste, considerata indolore visto che il governo aveva già in animo di sostituire la Farina lasciando a Matteo Del Fante e Giuseppe Lasco, rispettivamente amministratore delegato e condirettore generale, la gestione del colosso pubblico. Una soluzione maturata in queste ore, e che probabilmente nel colloquio che il 6 marzo Fuortes ha avuto con la Meloni non è stato affrontato. La premier, si sa, ha già in mente da tempo quale organigramma di comando dare alla Rai, che vede in Roberto Sergio, attualmente direttore di Radio Rai, il nuovo ad. E in Giampaolo Rossi, ex consigliere dell’azienda rimasto escluso (anche con la complicità di Lega e Forza Italia) dal cda insediatosi con il governo Draghi, nuovo direttore generale.

A Firenze Ninni Cutaia in pole per sostituire Alexander Pereira
Ufficialmente all’ordine del giorno del faccia a faccia a Palazzo Chigi la situazione economico-finanziaria dell’azienda in vista dell’approvazione del bilancio 2022 il prossimo aprile. Nulla di strano che in quell’occasione Fuortes abbia chiesto adeguate contropartite per lasciar anzitempo il suo incarico. Coincidenza: lo stesso giorno il Consiglio dell’ente lirico fiorentino indicava all’unanimità in Ninni Cutaia il candidato per sostituire Alexander Pereira alla guida del teatro. Non è dato sapere però se Meloni avesse già pronta la soluzione di riserva, ossia la presidenza di Poste, un ruolo certamente più in linea con le ambizioni del manager. Sta di fatto che la proposta gli è arrivata, e tra qualche giorno con la presentazione delle liste dei nuovi consiglieri d’amministrazione si capirà se Fuortes l’avrà fatta sua.