È stata messa a segno l’operazione Alcatraz da parte dei carabinieri e della polizia penitenziaria che hanno scoperto come arrivavano droga e cellulari ai detenuti del carcere di Trapani.

Droga e microtelefoni nel carcere di Trapani: ecco come arrivavano
Secondo quanto ricostruito dagli agenti, venivano utilizzati palloni da calcio farciti di dispositivi tecnologici o cocaina e poi lanciati nel carcere. Tuttavia, dall’operazione Alcatraz si evince che anche qualche agente del carcere avrebbe avuto parte attiva in questo trasporto di beni proibiti, accettando in cambio denaro o prestazioni sessuali da parte della convivente di un detenuto. In totale al termine dell’operazione, questa mattina, sono state arrestate ben 22 persone: 17 andranno in carcere mentre per altre 5 ci sono gli arresti domiciliari. Le indagini sono state condotte dai militari del comando provinciale di Trapani e dal Nucleo investigativo regionale Sicilia della polizia penitenziaria. Inoltre, le indagini sono state avviate dall’ottobre del 2019 soltanto dopo le denunce di alcuni detenuti del carcere di Trapani «Pietro Cerulli».

La nota delle autorità
Per descrivere come avveniva il trasporto e la consegna dei beni all’interno del carcere di Trapani, le autorità hanno rilasciato una nota. In quest’ultima si legge: «Dietro nazione di denaro gli indagati avrebbero consentito l’introduzione in carcere di sostanze stupefacenti, telefonini (oltre 50 quelli sequestrati) e altri beni come armi improprie, sigarette e profumi in favore di soggetti reclusi, anche appartenenti alla criminalità organizzata e ristretti in reparti di alta sicurezza». La nota continua poi evidenziato come emerga «spaccato inquietante della realtà carceraria trapanese in cui la possibilità di utilizzare telefonini per comunicare all’esterno sembrerebbe essere diventata indispensabilità per la quotidianità». Gli investigatori hanno anche scoperto che quando gli agenti corrotti non erano disponibili, allora venivano utilizzati palloni da calcio imbottiti di droga o smartphone che venivano calciati oltre le mura oppure consegnati grazie all’uso di speciali droni.