Due medaglie d’oro olimpiche, la lotta contro il fantasma della depressione e anche gli scontri a Capitol Hill dello scorso sei gennaio. La presenza dell’ex stella del nuoto Usa Klete Keller nel palazzo era stata immortalata dalle telecamere di videosorveglianza. Tradito dai quasi due metri d’altezza e dalla felpa della nazionale americana, ha adesso confessato davanti ai giudici le proprie colpe, ammettendo così di aver ostacolato le indagini nei suoi confronti, che lo scorso febbraio avevano fatto cadere altri sei capi d’accusa. Le sue parole pronunciate davanti al giudice del distretto di Columbia, Richard Leon, sono state messe agli atti del processo. Adesso, per giudicarne la posizione, dovrà essere fissata un’altra udienza. Il campione rischia una pena compresa tra i 21 e i 27 mesi di reclusione. Colpa anche degli insulti pesanti pronunciati verso gli esponenti democratici Nancy Pelosi e Chuck Schumer, durante la sua ora di permanenza all’interno della struttura occupata.
I motivi dei disordini a Capitol Hill
I disordini di Capitol Hill erano scoppiati in seguito al discorso pronunciato nelle ore precedenti da Donald Trump, con il quale si contestava la validità dell’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca, ritenute dall’ex presidente frutto di un conclamato imbroglio. A smentirlo sul punto sarebbero stati successivamente non solo diversi tribunali, ma addirittura alcuni membri della sua amministrazione. Le parole tuttavia ebbero l’effetto di innescare le violenze che costarono la vita a cinque persone e alle quali sono accusati di aver partecipato in oltre seicento.
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Klete Keller, tra successi in vasca e depressione
Tra loro, come detto, anche Keller che oggi vive in Colorado ed è diventato famoso per aver tenuto testa all’australiano Ian Thorpe nella staffetta 4×200 stile libero dei Giochi Olimpici di Atene 2004. Un prestazione che gli valse l’oro olimpico, poi bissata quattro anni più tardi anche a Pechino. A Sidney, nel 2000, sulla distanza di 400 metri, invece, per un centesimo privò del bronzo individuale Emiliano Brembilla. Cinque in tutto le medaglie olimpiche conquistate, quattro i titoli mondiali tra vasca lunga e corta. I problemi, tuttavia, sono cominciati quando ha appeso la cuffia al chiodo. Keller allora è entrato nel tunnel della depressione, da cui è venuto fuori solo grazie al sostegno della sorella minore, come ha lui stesso ammesso: «Dopo la fine della carriera mi sono sentito vuoto. Avevo tutto, ma anche la percezione di essere una nullità. Poi, ho fatto tesoro degli insegnamenti dello sport, un mondo in cui non si smette mai di lottare». Una svolta coincisa anche con il rinnovato interesse per la politica e il sostegno alla causa repubblicana di Donald Trump.