Pezzi che hanno fatto la storia di intere generazioni, hanno resistito all’imporsi frenetico di nuove tendenze sul mercato discografico. La musica pop è stata portavoce di una lingua universale. Dietro testi apparentemente leggeri e ritmi vivaci, spesso, però, si nascondono messaggi di un certo peso. Riferimenti alle esperienze passate, che rendono più vicine al pubblico star apparentemente inarrivabili.
I temi nascosti dietro le canzoni
Come nel caso della pluripremiata Billie Eilish. i fan della cantautrice 19enne hanno riempito i social di teorie su un’ipotetico messaggio in codice celato tra i titoli dei dischi pubblicati. My Future (is) Everything I Wanted; (Therefore I Am) Happier Than Ever: «Il mio futuro è tutto quello che ho sempre desiderato; Ecco perché sono più felice che mai». Due frasi che riassumono l’idea di una gioia che vuole essere contagiosa. Un’idea effettivamente in linea con le battaglie per il riconoscimento della vulnerabilità personale e l’importanza della salute mentale sostenute da Eilish.
«Nella vita dell’uomo la musica è sempre stata uno strumento per favorire il cambiamento. Spesso ha dato il coraggio di sfidare le convenzioni anche grazie a messaggi in codice, talvolta più chiari, talvolta più ambigui», spiega Ted Gioia nel suo libro Music: A Subversive History. «La musica ha dato voce a chi non ne ha mai avuta una». Proprio il pop, per quanto mainstream e meno impegnato di altri generi, è diventato uno dei contesti che più hanno lasciato spazio a temi un tempo tabù. Sdoganandoli e facendoli diventare virali.
Gli autori spiegano i testi delle canzoni
Nell’era digitale, riconoscere simili messaggi non è più così difficile. Spesso, sono gli stessi cantanti a spiegare, parola per parola, un testo. Lo ha fatto Taylor Swift che, da anni, usa Instagram per illustrare ai fan il significato dei brani, le idee dietro al concepimento di un album. Oggi più intime, che, negli Anni ’80 e ’90, quando i pezzi di frequente erano legati a una una rivendicazione politica. Dietro alla musica degli Eurythmics e dei Culture Club, ad esempio, si nascondeva la battaglia per il riconoscimento della parità di genere. I Blow Monkeys usavano le loro hit per mostrare piena solidarietà alla comunità Lgbtq o per schierarsi contro idee di Margaret Thatcher. E ancora, le parole di Dancing with no fear, volevano dare forma alla bellezza di una vita libera da omofobia e pregiudizi.
Da Beyoncé a Poppy Ajudha: artisti impeganti
Per quanto, oggi, la maggior parte degli artisti pop tenda a spostare il focus della propria musica sull’esperienza personale, sono ancora diversi quelli che, dietro agli accordi, nascondono veri e propri manifesti. Da Beyoncé, paladina del black power e dell’inclusività a cantanti emergenti come la londinese Poppy Ajudha, convinta sostenitrice di una musica che sappia parlare di quel che succede nel mondo e scardini gli stereotipi: «Un artista contemporaneo deve scrivere di quel che gli succede attorno perché aiuta a fissare gli eventi nella storia», ha spiegato in un’intervista alla BBC. «Li rendi eterni perché non puoi cancellare dalla memoria delle persone una canzone che amano. È così che si contribuisce al cambiamento».
Una missione che il pop conosce bene: «Attecchisce facilmente e sensibilizza su questioni come il genere, la razza, la gestione delle emozioni», ha aggiunto Alex Kadis, editor della rivista Smash Hits, «Questi messaggi non conoscono confine, lingua o cultura. Diventano universali ed eterni. È il potere della musica».