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È stata

«L’estate somiglia a un gioco, è stupenda ma dura poco». Del resto «in spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più». In un attimo arriva settembre e «respiro la nebbia, penso a te». Tutte le canzoni dedicate alla fine della stagione più bella.

4 Settembre 2021 09:55 Guido Mariani
le canzoni dedicate alla fine dell'estate

«Estate, la vita è facile. I pesci saltano e il cotone cresce alto. Tuo padre è ricco e tua madre è bella, perciò taci, bambino, non piangere»: la ninna nanna Summertime posta all’inizio dell’opera di George Gershwin Porgy and Bess del 1935 rappresenta forse la prima vera canzone di successo dedicata all’estate. Ma fu l’era del pop a rendere l’estate una grande costante nelle canzoni a partire da Summertime Blues di Eddie Cochran nel 1958 e soprattutto con il successo negli Anni 60 della musica da spiaggia e la nascita della “beach culture” scandita dalle melodie californiane dei Beach Boys. Ma se la musica surf celebrava il mito della “Endless summer” (L’estate senza fine, titolo del capostipite dei documentari sul surf, uscito nel 1966), la realtà è che l’estate è tanto intensa quanto breve e le canzoni estive da spensierate sono via via diventate più malinconiche. La stagione del sole, paradigma della gioventù, passa troppo in fretta, lasciando tanti ricordi e un vuoto che durerà per tutto un anno.

Il boom dei Righeira con L’estate sta finendo

L’estate che si conclude è così diventata un altro tema ricorrente nel mondo del pop. Nel repertorio della musica italiana non possiamo non partire ricordando L’estate sta finendo dei Righeira. I due finti fratelli torinesi nel 1982 avevano sbancato con il surreale inno new wave-dance-pop postatomico Vamos alla playa. Nel 1985 conquistarono gli italiani ricordando sin dai primi caldi (il 45 giri venne pubblicato a maggio) che la bella stagione sarebbe finita, lasciando dietro di sé un pezzo di vita. Fu un successo enorme, 300 mila copie vendute e la vittoria al Festivalbar.

Dai Doors alle Impressioni di settembre della PFM

Vanno però ricordati degli illustri predecessori e successori nostrani e internazionali. La poetica Summer’s almost gone (L’estate è quasi finita) è un brano del terzo album dei Doors: «Il mattino», cantava un Jim Morrison, «ci ha trovato tranquillamente inconsapevoli. Il mezzogiorno ha bruciato d’oro i nostri capelli. Alla notte, abbiamo nuotato nel mare sorridente. Quando l’estate se ne sarà andata. Dove saremo?». Nel 1971 la PFM salutava malinconicamente, con parole scritte da Mogol, l’inizio dell’autunno con il capolavoro Impressioni di settembre.

La nostalgia di Un’estate fa 

Il cantante francese Michel Fugain nel 1972 ricordava un amore estivo fugace come la stagione in Une belle histoire, diventata poi nella traduzione italiana di Franco Califano Un’estate fa. «Nessuno sulla strada. Nessuno sulla spiaggia. Lo sento nell’aria. L’estate sta ormai finendo», così invece cantava Don Henley, batterista degli Eagles, che pochi mesi prima dei Righeira firmava il suo primo successo solista con una delle canzoni più indimenticabili degli Anni 80, The Boys Of Summer. Ma l’estate dell’85 fu anche quella di Summer of ’69 classico di Bryan Adams su un’estate che sembrava infinita, e che è passata senza essere dimenticata. L’inglese David Sylvian attendeva l’autunno con romantica trepidazione in September del 1987: «Ci diciamo che siamo innamorati e segretamente ci auguriamo che venga la pioggia». Il grunge di Summer dei bostoniani Buffalo Tom del ’95 rimpiangeva una stagione sfuggita tra le mani di cui «hai sprecato tutti i giorni».

L’allergia Indie per settembre

A riempirci di vera tristezza non potevano però che essere i Cure, in The last day of summer dove un cupo Robert Smith sente già i rigori dell’inverno: «L’ultimo giorno dell’estate non si è mai sentito così freddo, non mi sono mai sentito così vecchio». Alla fine dell’estate del 1982 il cantante dei Green Day, Billie Joe Armstrong perdeva a soli 10 anni il padre ucciso dal cancro, quel ricordo è ritornato nella canzone del 2005 Wake me up when september ends, dove il passaggio di stagione è anche il segno della fine dell’innocenza. Nella stessa estate del 1982 Dario Brunori aveva invece solo cinque anni e incontrava, su una spiaggia calabrese, quella che una decade dopo sarebbe diventata un suo primo amore: Guardia ’82  (dove Guardia è un paese del cosentino), tratto dall’album di esordio del cantautore del 2009, ci ricorda che le storie da spiaggia, soprattutto quelle adolescenziali, non sono mai avventurette: «Il 31 d’agosto, c’è una storia che nasce e un’estate che muore». Ma il cambio di stagione ha ispirato anche molti artisti della scena indie di casa nostra. I Perturbazione nella cupa Agosto vedono già «il mese più freddo dell’anno». In Fine dell’estate i Thegiornalisti non vogliono che arrivi settembre: «Via, via questo settembre. Voglio tornare a adorarti là. Mentre mordevi il Cornetto». Concordano i Fine Before You Came che in Capire Settembre sentenziano: «È una vita che provo a capire settembre, ma non fa per me»; e i Baustelle che in Gomma soffrono un mese di «giorni scarni, tutti uguali». Per fortuna ci pensano Sting e Zucchero nel duetto September, pubblicato l’anno scorso, a dare il benvenuto all’autunno: «Pregherò, vieni settembre. I lunghi giorni d’estate, mi rattristano un po’».

 

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