Il tumore della tiroide ha origine dalla trasformazione delle cellule di una ghiandola, la tiroide, posta nel collo appena sotto la cartilagine tiroidea (il cosiddetto pomo d’Adamo). La tiroide è una ghiandola endocrine che produce degli ormoni (tiroidei) che rilascia nel circolo sanguigno. Questi sono utili, fra le altre cose, a regolare il battito cardiaco, la temperatura corporea e soprattutto il metabolismo. 

Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe un cancro alla tiroide. Ma quali sono i sintomi e le cause della malattia, e quali i trattamenti?
Cancro alla tiroide

Sintomi 

Il segno più comune del tumore della tiroide è un nodulo isolato all’interno della ghiandola, che si sente con le dita se si tocca il collo in corrispondenza dell’organo. Tuttavia, solo il 5-10 per cento dei noduli tiroidei sono effettivamente un tumore maligno: nel resto dei casi si tratta di forme benigne di crescita ghiandolare.

Nei rari casi di cancro più aggressivo, la massa tumorale può crescere rapidamente e coinvolgere ampiamente il collo fino a raggiungere i linfonodi altero-cervicali del collo. C’è da segnalare che, in presenza di tale malattia, la funzione tiroidea non è quasi mai alterata, e dunque il paziente spesso non presenta alcun disturbo specifico.

Cause del cancro alla tiroide

La causa esatta per cui nasce un tumore è raramente individuabile. Alcuni fattori di rischio però aumentano la possibilità di svilupparlo, motivo per cui la prevenzione diventa un passaggio importante per evitare di incorrere nelle forme più aggressive e letali del cancro alla tiroide.

Tra i fattori di rischio si menzionano i casi di tumori della tiroide in famiglia, dunque la predisposizione genetica, il sesso femminile, più esposto a svilupparlo, e l’aspetto del nodulo. Questo, in quanto tumore maligno, potrebbe avere tali caratteristiche: dimensioni oltre i 3 cm, consistenza dura, assenza di dolore, crescita rapida, sintomi compressivi alle strutture vicine.

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Cancro alla tiroide

Terapia

La terapia varia sempre da paziente a paziente. Dunque in modo del tutto generale si può affermare che nelle fasi iniziali il tumore può essere trattato con l’intervento chirurgico risolutivo o con radioterapia con prognosi positiva. Qualora il tumore abbia invaso le strutture locali allora oltre che l’intervento chirurgico andranno eseguiti cicli di chemioterapia e terapia radio-metabolica. La chemioterapia è indicata per le forme avanzate con presenza di metastasi a distanza. È un trattamento che prolunga la sopravvivenza di diversi mesi con effetti avversi importanti

Sopravvivenza

Da un punto di vista generale, la sopravvivenza a 5 anni dal momento della diagnosi è molto elevata (oltre il 98% secondo statistiche americane). Tuttavia, se si tratta di forme di tumore locali in fase iniziale, con il trattamento chirurgico la prognosi è molto buona, con una percentuale di ripresa di malattia esigua. Invece, nel caso di forme avanzate trattate con chemioterapia, la prognosi è infausta, con una sopravvivenza di massimo 10 anni, a cui arriva solo il 20% della popolazione.