L’ultimo della lista a passare a destra è stato Giancarlo Cancelleri, ex candidato alla presidenza della Regione Sicilia per il Movimento 5 stelle e viceministro alle Infrastrutture nel governo giallorosso di Giuseppe Conte. Per lui Beppe Grillo nuotò nello Stretto di Messina, laddove ora si punta alla costruzione di un ponte, a cui i grillini erano ostili. Era il 2012 e il fondatore del M5s aprì la campagna elettorale con questo gesto atletico, presentando all’Italia il nome di Cancelleri. Dopo 11 anni, però, il buon Giancarlo ha aderito a Forza Italia, definita «una famiglia di valori». Restando nello Stretto, anche su quello ha cambiato visione, definendolo – in realtà già nel 2021 – «un simbolo di ripartenza». Un movimento, con la minuscola, verso destra che di certo non è un fatto inedito.
Walter Rizzetto, punto di riferimento meloniano in Friuli
La storia è iniziata da anni, con i cinque stelle visti come un taxi per svoltare altrove appena possibile. Il primo caso più significativo riguarda Walter Rizzetto, dissidente della prima ora del grillismo duro e puro. In seguito all’inevitabile rottura con Grillo, ha cercato fortuna con il progetto di Alternativa libera alla Camera, ma dal 2016 è stabilmente in Fratelli d’Italia. Una scelta «naturale», secondo il diretto interessato che non aveva mai fatto mistero delle sue simpatie per la destra. Dopo sette anni, alla terza legislatura a Montecitorio, è uno delle figure di riferimento del partito di Giorgia Meloni in Friuli-Venezia Giulia.

Rachele Silvestri al centro del gossip di Palazzo
Nella scorsa legislatura, Rizzetto è stato raggiunto nello stesso partito da Rachele Silvestri, riconfermata deputata nell’ottobre 2022, finita al centro dell’attenzione per il gossip di Palazzo nei suoi confronti. In una lettera al Corriere ha denunciato le insinuazioni su una presunta relazione con un dirigente di Fdi, fino a rivelare che ha dovuto fare un test di paternità dopo aver partorito per spazzare via i dubbi.

Salvatore Caiata: l’inchiesta e il cambio di casacca
Già prima, poi, Salvatore Caiata, all’epoca presidente del Potenza calcio, era entrato a Montecitorio ha rafforzato il gruppo di Fratelli d’Italia. Il Movimento lo aveva espulso durante la campagna elettorale perché coinvolto in un’inchiesta. La sua posizione destrorsa non era comunque una sorpresa: in precedenza aveva militato in Forza Italia.

Davide Galantino meloniano ma non rieletto
Come Silvestri e Caiata, anche altri hanno scelto Giorgia Meloni per tentare il ritorno in parlamento, sebbene senza successo. Ne sa qualcosa Davide Galantino, militare con la passione per la politica che era tra gli eletti del M5s alle Politiche del 2018. Dopo un anno e mezzo è entrato nel gruppo di Fdi alla Camera. Nonostante la netta vittoria di Meloni, alle ultime elezioni Galantino ha mancato la riconferma. Gianfranco Di Sarno, invece, è stato un dimaiano pentito: ha seguito l’ex ministro degli Esteri nell’esperienza di Insieme per il futuro, salvo poi uscirne a un mese dal voto. Di lì a poco ha comunque annunciato che non si sarebbe ricandidato.

Matteo Dall’Osso e l’attore Nicola Acunzo con Berlusconi
Tornando a Forza Italia, Cancelleri ha avuto vari predecessori. Su tutti Matteo Dall’Osso nel 2018, che successivamente ha lasciato pure il partito di Silvio Berlusconi. Qualche anno dopo la stessa scelta è stata compiuta da Nicola Acunzo, l’attore prestato alla politica. Dopo l’addio ai pentastellati è stato un po’ nel Misto, prima di abbracciare la causa del Cavaliere. Nonostante non sia rientrato in Parlamento, Acunzo è un habitué dei Palazzi: spesso è intercettato in Transatlantico a parlare con i suoi ex colleghi.

Gelsomina Vono prima in Italia viva e poi con Forza Italia
L’ex senatrice Gelsomina Vono ha fatto un passaggio interlocutorio, entrando prima in Italia viva e scegliendo Fi verso la fine della precedente legislatura. Al di fuori delle aule parlamentari pesa il nome di Marcello De Vito, tempo big romano del Movimento 5 stelle (fu il più votato dei pentastellati alle Comunali del 2016), già presidente del consiglio comunale della Capitale. Era considerato l’anti-Virginia Raggi. Nel 2021 ha annunciato il trasloco sotto le insegne forziste.

Assieme a Salvini andarono tre senatori a fine 2019
Anche la Lega ha attratto frotte di M5s pentiti o fuoriusciti. Fece scalpore lo spostamento, nel dicembre del 2019, del trio di senatori Francesco Urraro, Ugo Grassi e Stefano Lucidi con il partito di Matteo Salvini. La conseguenza fu l’assottigliamento dei numeri a Palazzo Madama della maggioranza giallorossa. Qualche mese dopo anche Alessandra Riccardi abbandonò il Movimento per salire sul Carroccio. Dinamica simile alla Camera è stata quella di Felice Mariani. Figure minori, insomma, che sono uscite dai radar politici. Ma che testimoniano come il passaggio dal Movimento 5 stelle ai partiti di destra non sia una novità delle ultime ore.

Chi ha fatto più carriera nel Carroccio è Marco Zanni
E la tendenza non è solo italiana, si verifica anche in Europa. Come nel caso di Marco Zanni, eletto nell’Europarlamento con il M5s nel 2014 e dopo tre anni passato nelle file della Lega, diventando uno degli elementi di spicco a Strasburgo. Nel 2019 è stato infatti eletto presidente del gruppo Identità e democrazia, che è quello del partito di Salvini. Tra i tanti è quello che ha colto più risultati del suo spostamento a destra.