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La Cina di traverso

I già tesi rapporti tra Pechino e Ottawa si sono ulteriormente deteriorati. Prima la condanna a morte di un cittadino canadese, poi quella di un altro a 11 anni di reclusione. Un terzo è in attesa di sentenza. Ecco perché tra i due Paesi è scontro aperto.

11 Agosto 2021 12:0011 Agosto 2021 12:15 Redazione
In 48 ore Pechino ha condannato due canadesi rispettivamente alla pena di morte e a 11 anni. Nel 2018 Ottawa arrestò la Cfo di Huawei.

Tra Cina e Canada è in corso da tre anni una guerra diplomatica che sta entrando nella sua fase più calda. In appena due giorni, infatti, due tribunali cinesi hanno condannato altrettanti cittadini canadesi, e una terza sentenza analoga potrebbe arrivare nelle prossime ore. L’11 agosto l’imprenditore Michael Spavor, di base in Cina ma con affari anche in Corea del Nord, è stato condannato a 11 anni di reclusione per spionaggio e minaccia alla sicurezza nazionale da una corte di Dandong, città di confine con il Paese di Kim Jong-un. Accusato di aver passato illegalmente dei documenti riservati all’ex diplomatico – e connazionale – Michael Korvig, i due sono stati arrestati nel 2018, col secondo ancora in attesa di sentenza. Il giorno prima, il 10 agosto, il cittadino canadese Robert Schellenberg è stato invece condannato a morte per traffico di droga: arrestato nel dicembre 2014 per aver contrabbandato 225 chili di metanfetamine, gli erano stati inizialmente dati 15 anni di reclusione. Nel 2019 il suo caso era stato riaperto sulla base di nuove prove, dopo due anni la condanna a morte.

Nel 2018 iniziano le tensioni tra Canada e Cina

L’anno cruciale è il 2018: il 1 dicembre di quell’anno, infatti, la vicepresidente e direttrice finanziaria di Huawei Meng Wanzhou venne arrestata all’aeroporto di Vancouver dopo una richiesta di estradizione degli Stati Uniti, per aver eluso le sanzioni imposte da Washington all’Iran. Appena due giorni dopo, «i due Michael» furono fermati in Cina, e nel giro di poche settimane il caso di Schellenberg fu riaperto. Meng è stata successivamente accusata dal Dipartimento di Giustizia americano di furto di segreti commerciali, e nel 2020 la Corte Suprema della British Columbia ne ha ordinato l’estradizione negli Usa, che non è ancora avvenuta. Se però la manager cinese ha potuto trascorrere tutto questo tempo nella sua casa di Vancouver, in cui ha la residenza, gli ultimi tre anni di Spavor e Korvig sono stati molto diversi, avendo i due trascorso ben 975 giorni dietro le sbarre in attesa di sentenza.

Per questo motivo la Cina è stata accusata da più parti di portare avanti una «guerra di ostaggi». E non è nemmeno la prima volta che questo avviene tra i due Paesi: nel 2014 Kevin e Julia Garratt, una coppia canadese, era stata arrestata e condannata per spionaggio da Pechino, dopo che il Canada aveva estradato negli Stati Uniti Su Bin, una sospetta spia cinese. I due erano stati rilasciati nel 2017, in seguito al patteggiamento tra Su Bin e gli Usa. Curiosamente, anche i Garret vivevano a Dandong, dove è stato arrestato e condannato Michael Spavor.

Il Canada rifiuta uno scambio, la Cina sembra non escluderlo

Le autorità canadesi non sembrano però interessate, almeno per il momento, in uno scambio tra Meng e i tre. Il primo ministro Justin Trudeau si è sempre detto contrario a qualsiasi operazione di questo tipo, e anzi nel 2021 il parlamento di Ottawa ha approvato una mozione per riconoscere la Cina colpevole del genocidio dei musulmani uiguri nello Xinjang. Una decisione che, inevitabilmente, ha inasprito ulteriormente il rapporto tra i due Paesi. «Il verdetto nei confronti di Spavor arriva dopo oltre due anni e mezzo di detenzione arbitraria, mancanza di trasparenza nel procedimento legale e un processo che non ha minimamente soddisfatto gli standard richiesti dal diritto internazionale. È una sentenza inaccettabile», ha dichiarato Trudeau.

Please read my statement on China’s unacceptable and unjust conviction and sentencing of Michael Spavor: https://t.co/HkclGFeWCB

— Justin Trudeau (@JustinTrudeau) August 11, 2021

Un passaggio della sentenza nei confronti di Spavor, però, potrebbe lasciare qualche spazio a una “trattativa”. Si legge infatti che l’imprenditore, oltre a perdere ogni proprietà e a dover pagare una multa di circa settemila dollari, verrà espulso, ma non si sa ancora quando. Ascoltata dalla Cnn, la professoressa dell’Università di Toronto Lynette Ong ha dichiarato che quel dettaglio dà alla Cina «potere contrattuale». Tutto fa pensare che sarà decisivo il futuro di Meng Wanzhou.

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