Il campionato di Serie A dovrà ancora avere una coda, ma se ne può già fare un bilancio. E in attesa di sapere chi fra Hellas Verona e Spezia retrocederà in B possiamo emettere un giudizio: questo è stato il campionato più anomalo della storia. Spaccato in due dalla sosta per il Mondiale invernale in Qatar, con uno scudetto assegnato già a metà novembre e una società retrocessa praticamente ai nastri di partenza, con penalizzazioni che andavano e tornavano e ben tre squadre finaliste delle coppe europee a dispetto di un rendimento per lungo tempo discutibile in campionato. Un frullatore di indicazioni e emozioni contraddittorie, che ha costretto a rivedere più volte il giudizio sui protagonisti, ma infine ha prodotto verdetti equi. Quanto alle prospettive sul prossimo campionato, meglio non sbilanciarsi perché a far pronostici si rischia soltanto figuracce. E quelle è meglio lasciarle a altri.
Napoli, squadra che vince… si stravolge
Andiamo con la prima anomalia. Lo scudetto 2022-23 è stato vinto dal Napoli e si tratta di un verdetto indiscutibile. La squadra di Luciano Spalletti aveva già vinto il tricolore a metà novembre, quando il campionato è andato in letargo per lasciare spazio a Qatar 2022. In quel momento era chiaro che la stagione avrebbe potuto essere rimessa in discussione soltanto se il Napoli fosse svenuto cammin facendo. Non è successo perché gli azzurri sono stati troppo più forti di tutti gli altri. Ma anche se fosse accaduto, probabile che la squadra di Spalletti avrebbe vinto comunque per inerzia e sfruttando l’insipienza delle avversarie.

Piuttosto le incertezze arrivano adesso. Perché una volta raggiunto il traguardo del terzo scudetto si è aperta la porta d’uscita per molti dei protagonisti dell’impresa. L’allenatore è già ufficialmente via. Il direttore sportivo Cristiano Giuntoli si appresta a seguirlo. Il difensore coreano Kim Min-jae sarebbe già diretto in Premier league dietro pagamento della clausola rescissoria. E Victor Osimhen, capocannoniere del torneo, è sotto attenzione dei più ricchi club europei. Insomma, squadra che vince viene stravolta. E per quanto sia vero che la scorsa estate un’operazione del genere ha portato al capolavoro di cui stiamo raccontando, è altrettanto vero che ripartire ogni anno con la sostituzione dei protagonisti principali può diventare faticoso. Staremo a vedere.

Milano schizofrenica: al top in Europa, ma non in Italia
Il giudizio sulle milanesi è schizofrenico. Guardando al rendimento europeo la valutazione è positiva per il Milan e molto positiva per l’Inter. Se a febbraio qualcuno avesse azzardato che il derby milanese potesse essere una semifinale di Champions sarebbe stato portato via in camicia di forza. Invece è successo, con la squadra di Simone Inzaghi che nonostante le 12 (dodici!) sconfitte in campionato contenderà sabato 10 giugno la coppa a un Manchester City stellare. Inoltre la bacheca nerazzurra è stata arricchita di un’altra Coppa Italia e un’altra Supercoppa italiana. Anche il Milan presenta un bilancio discretamente positivo grazie alla qualificazione in Champions per la prossima stagione (senza però perdere di vista che le partite perse in campionato sono 8, non poche). Ma tirata la riga su una stagione così bipolare bisogna che le due milanesi mettano la testa a partito e si diano in campionato un rendimento più regolare in Italia. Perché non sempre gli (inattesi) exploit in Europa possono aggiustare le insoddisfacenti performance domestiche.

Juventus: gli alibi non coprono il fallimento di Allegri
Una stagione sull’altalena ma soltanto perché fin quasi all’ultimo non si capiva quanti dei punti guadagnati sul campo fossero effettivi in classifica. Così è andata per la Juventus, che dopo essere incappata in problemi di finanza creativa ha dovuto fare i conti anche con una classifica scritta sul bagnasciuga: -15, poi restituiti, poi -10, infine sanzione pecuniaria a saldo e stralcio che ha cancellato tutti gli altri peccati per sé e per gli altri club. Certo non deve essere stato facile gestire nervi e concentrazione avendo una tale e perenne incertezza. Tuttavia l’impressione è che a un certo punto tutto ciò sia diventato l’alibi per assolvere le nefandezze tecniche e stilistiche esibite in campo dalla squadra di Massimiliano Allegri. Che, detto con franchezza, gioca un calcio deprimente e fallisce tutti gli appuntamenti che contano. Per dire: le magre figure nelle coppe europee (specie in Champions) non sono certo dipese dal rischio di penalizzazioni. C’è da ricostruire e non sarà facile.

Le romane, tanti sogni ma niente di concreto in mano
Lazio seconda e Roma finalista di Europa League. Questi i titoli. Se poi si scende nei contenuti, il bilancio rimane in chiaroscuro. Nel senso che la Lazio ha ottenuto un risultato eccezionale piazzandosi alle spalle di un Napoli d’altra categoria, ma suscita abbastanza perplessità l’atteggiamento blando nelle coppe europee che è una costante delle squadre di Maurizio Sarri (esclusa la Juventus, che però in Europa si fa blanda da sé). Quanto alla Roma, al netto delle difficoltà di organico, poteva fare di più. Il dato incontrovertibile è che per l’ennesima stagione i giallorossi rimangono fuori dalla Champions, il resto è chiacchiera. Però son tutti così contenti di José Mourinho…

Dove sta la classe media? Torna su solo l’Atalanta
L’Atalanta torna in Europa e conferma di essersi assestata sui livelli alti del campionato. Ma per quella che possiamo definire la classe media del campionato le notizie positive si fermano qui. Certo, la Fiorentina può ancora piazzare il colpo nella finale di Conference League contro il West Ham. Ma la squadra di Vincenzo Italiano è stata troppo discontinua in campionato (oltre a perdere immeritatamente la finale di Coppa Italia contro l’Inter), prendendo a correre troppo tardi. Allo stesso modo in cui troppo tardi ha preso a viaggiare il Bologna, che per il rendimento nel girone di ritorno avrebbe ampiamente meritato un piazzamento europeo. Sul resto della classe media di Serie A, meglio tacere. Il Toro non va mai oltre i suoi limiti, e quanto al Sassuolo pare il manifesto dell’Euroscetticismo: non va nelle coppe manco a calci nel deretano, pur avendo dimostrato a più riprese che ne avrebbe i mezzi. Mistero glorioso.

Anime salve: benissimo il Monza e la Salernitana
Bene Lecce e Empoli nonostante i periodi di calo nel girone di ritorno, benissimo la Salernitana sotto la guida di Paulo Sousa e il Monza sotto quella di Raffaele Palladino. L’Udinese sarebbe stata in linea coi suoi standard, se non fosse stato per quell’inizio di campionato nettamente sovradimensionato che ha creato un eccesso di aspettative. E poi c’è la coda. La Sampdoria è stata uno strazio da far male al cuore, tanto più vedendo una tifoseria così appassionata che non ha mollato la squadra nemmeno un istante. Adesso arriva una nuova proprietà, ma visti i personaggi sarebbe meglio tenere la guardia alta. La Cremonese ha giocato spesso un buon calcio, ma non ha mai mostrato la cazzimma che serve per salvarsi. E poi ci sono Spezia e Verona, che andranno a giocarsi l’ultimo posto della prossima Serie A. Se si guardasse ai (de)meriti del campo, andrebbero spedite entrambe in B. Ma alla fine una delle due resterà in piedi. E porterà la propria mediocrità nel prossimo torneo.