Le note di Mi fido di te sono state forse il principale connubio, nel nuovo Millennio, tra musica e politica. Un brano che diventa un piccolo manifesto per un leader politico. La canzone di Jovanotti fu l’inno di Walter Veltroni durante la campagna elettorale del 2008. Il leader del Partito democratico ci puntò molto, l’iniziativa funzionò anche da un punto di vista di comunicazione, anche se il risultato alle urne fu una débâcle per il centrosinistra. Certo, a distanza di un decennio, Jovanotti ha rivisto le proprie posizioni: «Non presterei un brano alla politica». Il motivo? «Oggi il clima è troppo feroce». Altri tempi, dunque.
Letta si tuffa negli Anni 80 con Life is life
Ma il rapporto tra musica ed elezioni è sempre vivo. Resistono le canzoni elettorali, le colonne sonore che contraddistinguono l’avvicinamento alle urne. Il segretario del Pd, Enrico Letta, non ha trovato un’apposita composizione cucitagli addosso, come Mi fido di te. Così si è affidato a Life is life, del gruppo austriaco Opus, proposta dal vivo nel 1984 e pubblicata nel 1985, affermandosi come una hit ancora oggi immortale, oggetto di varie cover nel tempo. Letta ha rispecchiato il proprio background culturale molto legato agli Anni 80. Dopo l’invocazione degli “occhi della tigre”, che ha riportato alla mente una citazione dei film di Rocky, arriva una colonna sonora che richiama principalmente quell’era. Quindi a ogni comizio Letta viene annunciato da Life is life con un passaggio significativo nel testo: «When we all give the power, We all give the best». Una richiesta di sforzo collettivo.
Meloni prova a strappare Rino Gaetano alla sinistra
Giorgia Meloni ha optato per un grande classico, Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, uno dei brani più famosi del cantautore, molto apprezzato anche a sinistra. Non è raro ascoltarlo, per esempio, le sue canzoni alle Feste dell’Unità. Peraltro Il cielo è sempre più blu era già diventato un caso nel 2018, quando fu la Lega a farla risuonare dalle casse, in piazza del Popolo a Roma. I familiari dell’artista espressero un evidente disappunto: «Siamo stufi. Le canzoni di Rino Gaetano non vengano più utilizzate dalla politica», fecero sapere la sorella e il nipote dell’artista. Addirittura fu giudicata una «una scorrettezza» quella di politicizzare la musica di Gaetano. Meloni ha però tirato dritto, anche nell’ottica di un riposizionamento che prevede l’appropriazione di un’icona popolare, che tante volte era stata accostata a sinistra. Chissà cosa avrebbe pensato il diretto interessato.
Salvini, giù le mani da Ciao ciao
Chi invece ha potuto manifestare il proprio dissenso è La Rappresentante di lista. Quando Matteo Salvini ha scelto – per aprire un incontro a inizio agosto – la canzone Ciao ciao, una dei successi dell’ultimo Festival di Sanremo, la cantante del duo, Veronica Lucchesi, non ha usato giri di parole: «La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit». Il leader della Lega ha cercato di replicare: «Confesso (mea culpa) che la tua Ciao ciao mi piace parecchio».
LEGGI ANCHE: Ciao ciao e gli altri ‘scippi’ musicali di Salvini
La dance di Conte
Giuseppe Conte ha avuto un approccio iper moderno, in linea con una campagna elettorale giovanilista in maniche di camicia al posto della pochette. All’Auditorium della Conciliazione, a Roma, alla fine dell’evento organizzato a inizio mese, risuonava il remix di Omri Smadar di Funkymania. Un ritmo movimentato, quasi dance. È stato definitivamente abbandonato quindi l’inno Ognuno vale uno scritto da Fedez agli esordi del Movimento 5 stelle, quando il rapper non aveva ancora incontrato Chiara Ferragni ed era un artista alternativo, non un’icona glamour.
Calenda rockettaro con gli AC/DC
Decisamente più rockettara è stata la scelta di Carlo Calenda, che da frontrunner del Terzo polo, continua a puntare su Thunderstruck degli AC/DC, una delle canzoni più famose della band, uscita nel 1990, che ancora oggi è amata da giovani e meno giovani. Il video ufficiale ha superato il milione di visualizzazioni su YouTube, a testimonianza che le nuove generazioni apprezzano i virtuosismi del brano. E così Calenda va a tutto rock.
I verdi scelgono Greta Thunberg-lo stomaco
Europe verde ha trovato un inno ad hoc con il ritmo trap della canzone Greta Thunberg – lo stomaco di Marracash e Cosmo. Così da mettere insieme l’immagine principale della battaglia del partito, come l’attivista svedese, a una sonorità che piace a un pubblico giovane. Nel segno della musica prestata alle elezioni.