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Il quadro della discordia

Un dipinto di Pissarro depredato dai nazisti è ora esposto in un museo di Madrid. La famiglia ebrea Cassirer, un tempo proprietaria dell’opera, ne chiede da 15 anni la restituzione. Sulla disputa deciderà adesso Corte suprema degli Stati Uniti. La storia.

17 Gennaio 2022 15:51 Redazione
Un dipinto di Pissarro saccheggiato dai nazisti è ora esposto a Madrid. I Cassirer, un tempo proprietari, ne chiedono la restituzione

Se avete fatto una vacanza a Madrid e siete appassionati d’arte, probabilmente vi sarà capitato di visitare il museo Thyssen-Bornemisza. Qui, fra le tante opere esposte, è possibile ammirare un quadro di Camille Pissarro, pittore francese dell’Ottocento fra i maggiori esponenti dell’Impressionismo. Si tratta di Rue Saint-Honoré, nel pomeriggio. Effetto pioggia, dipinto a olio del 1897 raffigurante una strada parigina in una giornata uggiosa. L’opera è da 15 anni al centro di un’accesa contesa fra gli eredi ebrea Cassirer, originaria proprietaria del dipinto, e l’istituzione spagnola che ne rivendica il possesso. Un caso spinoso che ora ha chiesto l’intervento della Corte suprema degli Stati Uniti.

Un dipinto di Pissarro saccheggiato dai nazisti è ora esposto a Madrid. I Cassirer, un tempo proprietari, ne chiedono la restituzione
Il quadro di Camille Pissarro “Rue Saint-Honoré, nel pomeriggio. Effetto pioggia” (Twitter)

Camille Pissarro, la storia del dipinto rubato dai nazisti e oggi al museo d’arte di Madrid

Il dipinto, che misura 81 centimetri per 65, nei primi decenni del Novecento abbelliva gli appartamenti di Berlino e Monaco della famiglia ebrea Cassirer, che lo aveva acquistato dal mercante dell’artista. Nel 1939, quando dovette fuggire dalla Germania per via dell’oppressione nazista, Lilly Cassirer Neubauer barattò l’opera con i visti di uscita dal Paese. Ottenendo anche un risarcimento di 360 dollari, depositati su un conto all’epoca inaccessibile per la famiglia. Oltre il danno la beffa, essendo oggi il valore dell’opera stimato in circa 30 milioni.

Un dipinto di Pissarro saccheggiato dai nazisti è ora esposto a Madrid. I Cassirer, un tempo proprietari, ne chiedono la restituzione
Claude Cassirer, nipote di Lilly, assieme alla moglie Beverly accanto all’opera (Twitter)

Giunta negli Stati Uniti, la donna, però, non si diede per vinta. Così, alla caduta di Hitler, si mosse alla ricerca del quadro. Credendolo distrutto o comunque perduto per sempre, accettò nel 1958 una remunerazione di 13 mila dollari dal governo tedesco. Quarant’anni dopo, suo nipote Claude lo rintracciò in Spagna, come parte di un’esposizione al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, dove si trova tuttora. Nel 1976, infatti, ad acquistarlo era stato il barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza. Nel 1993, il governo spagnolo aveva poi pagato una cifra pari a 338 milioni di dollari per acquisire gran parte della sua collezione, oggi esposta nel museo che porta il suo nome.

Il caso è da 15 anni all’attenzione di tribunali americani e spagnoli

Da quindici anni, però, la famiglia è in causa con le autorità spagnole che continuano a respingere la richiesta di restituzione. Claude è ormai morto da dodici anni, ma suo figlio David ha deciso di proseguire la sua battaglia. «Tre generazioni della famiglia Cassirer hanno trascorso la propria vita inseguendo il dipinto», ha dichiarato l’avvocato della famiglia Stephen Zack, dello studio legale statunitense Boies Schiller Flexner al Guardian. Nessuno contesta che i Cassirer ne fossero proprietari e che subirono un furto da parte del nazismo. Al centro della disputa c’è la questione se occorre usare, per decretare l’attuale proprietà, la legge della California, dove risiedono gli eredi della famiglia, o quella spagnola.

An appeals court has ruled that the Thyssen-Bornemisza Collection Foundation in Madrid can keep its prized Camille Pissarro painting https://t.co/hBZdjUi6yo

— ARTnews (@artnews) August 19, 2020

Nel 2015, un tribunale della California aveva infatti rimesso la decisione sul dipinto alla legge spagnola in quanto sede dell’opera. Gli iberici decretarono il museo come legittimo proprietario, dato che in Spagna il lungo possesso ininterrotto di un’opera ne determina chi ne detiene i diritti. La corte d’appello nel 2020 confermò la sentenza, ma rimproverò la Spagna di «mancato rispetto degli impegni morali, pur nel rispetto della legge». La famiglia Cassirer evidentemente non soddisfatta si è adesso rivolta Corte suprema degli Stati Uniti, che ha accettato di esaminare il caso. Il museo madrileno ha accettato la nuova analisi, convinto di una conferma di quanto già stabilito in terra iberica.

Il sostegno delle comunità ebraiche della Spagna

Intanto, in Spagna la bufera attorno al caso ha coinvolto anche le comunità ebraiche, che hanno definito la disputa come «un’esacerbazione delle ferite dell’Olocausto». Spicca in tal senso la dichiarazione di Bernardo Cremades Román, uno degli avvocati che rappresentano le organizzazioni. L’uomo ha fatto notare come la Spagna stia contravvenendo ai Principi di Washington del 1998, secondo cui dovrebbe impegnarsi a restituire le opere d’arte confiscate dai nazisti ai legittimi proprietari. «È la cosa giusta da fare», ha concluso Cremades Román. «Indipendentemente dal fatto che si tratti di un’eredità ebraica o meno, è necessario restituire l’opera ai legittimi proprietari. I Cassirer lo persero illegalmente, pertanto meritano di riavere indietro il dipinto».

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