Prosciolto perché «il fatto non sussiste». Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, vede così chiudersi con l’assoluzione il caso relativo alle accuse di frode in pubbliche forniture per l’affidamento di 75mila camici, per una cifra intorno al mezzo milione di euro, alla Dama, società del cognato Andrea Dini. Il gup di Milano Chiara Valori ha prosciolto così Fontana e altri 4 imputati con il «non luogo a procedere». Si tratta di Dini, oltre Fontana. Poi gli ex direttore generale e dirigente di Aria, la centrale acquisti regionale, Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, e il vicesegretario generale della Regione, Pier Attilio Superti.

Accusa e difesa
L’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Paolo Filippini e Carlo Scalas, parlava di 75mila camici e altri 7mila set dpi per un importo di 513mila euro. Il contratto era stato firmato il 16 aprile 2020 dalla Dama. Poi il conflitto di interessi e, per i pm, il tentativo di «simulare l’esistenza di un contratto di donazione» per i 50mila camici già consegnati. La difesa, invece, parlava di una fornitura trasformata in donazione per far risparmiare alla Regione quel mezzo milione di euro di cui si parlava nel contratto. E così la controaccusa direttamente a Fontana, che avrebbe deciso per il procuratore di «pagare, a titolo personale, in favore di Dama il prezzo». L’inchiesta sul conto svizzero dal quale avrebbe tentato di effettuare un bonifico è stata archiviata già lo scorso febbraio. Oggi il proscioglimento, per lui e gli altri 4 indagati.

Fontana: «Riconosciuta la mia onestà»
Attilio Fontana ha voluto commentare la decisione del gup del Tribunale di Milano. Il presidente della Regione Lombardia si è detto «felice innanzitutto per aver tolto un peso enorme ai miei figli e a mia moglie. E poi i lombardi, tutti quei lombardi, e sono moltissimi, che mi hanno sempre sostenuto. Condivido con loro la soddisfazione di vedere riconosciuta la mia onestà e la mia volontà di agire sempre, solo e comunque per il bene dei miei cittadini». Fontana ha poi ringraziato «gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, per il grande lavoro che ci ha consentito di avere giustizia. Giustizia nella quale ho sempre avuto fiducia».