Cambiamento improvviso di rotta nella linea politica dei talebani: dicono – ancora – no all’istruzione secondaria per le ragazze. Si mina così anche il piano Usa per il previsto riconoscimento diplomatico. Il mutamento è giunto in modo decisamente inatteso in quella che sembrava una linea politica ormai definita. Soprattutto, promessa. Un evento congiunto previsto prima del Forum di Doha avrebbe dovuto avviare il processo Usa per il riconoscimento diplomatico. L’improvviso cambiamento di rotta ha suscitato indignazione e sgomento a livello internazionale.

Cambio di rotta: cosa hanno deciso i talebani sull’istruzione delle ragazze
I talebani, lo scorso mercoledì, hanno rinnegato l’accordo già preso per consentire alle adolescenti di frequentare la scuola secondaria. La decisione è stata comunicata appena una settimana dopo l’annuncio del Ministero dell’Istruzione in merito all’apertura delle scuole per tutti gli studenti. I diplomatici statunitensi erano convinti che l’impegno preso dai talebani sarebbe stato rispettato. Prima del Forum di Doha, ai talebani era stato addirittura riservato un posto nel panel sull’educazione delle ragazze: un rappresentante talebano avrebbe dialogato con attiviste afghane proprio sul ruolo delle donne nella comunità. Sull’istruzione dunque, ma non soltanto. Nulla da fare, invece. Le ragazze non potranno andare a scuola. La decisione mette in discussione la convinzione che i talebani ora avrebbero una leadership più “moderata”. A far decadere la tesi, anche l’ordine, dato nel fine settimana, alle stazioni televisive afghane di non trasmettere i notiziari della BBC in pashto, persiano e uzbeko. «Questo è uno sviluppo preoccupante in un momento di incertezza e turbolenza per il popolo afghano. Più di 6 milioni di afghani guardano il giornalismo indipendente e imparziale della Bbc in TV ogni settimana», ha commentato la Bbc.

Come il cambio di rotta sull’istruzione femminile incide sul riconoscimento diplomatico dei talebani
Il principio dell’istruzione consentita alle ragazze era uno dei pilastri del processo di riconoscimento dei talebani da parte degli States e, in generale, della comunità internazionale. Senza il rispetto della promessa fatta dai talebani sull’istruzione delle ragazze, come è stato ribadito dalle rappresentanze occidentali, non sarà possibile alcun riconoscimento. «Sono rimasto sorpreso dalla svolta di mercoledì scorso e il mondo ha reagito condannando questa mossa. È una violazione, prima di tutto, della fiducia del popolo afghano», ha commentato Thomas West, rappresentante speciale degli Stati Uniti per l’Afghanistan. E ha aggiunto: «Credo che la speranza non sia tutta perduta. Sono fiducioso che vedremo un’inversione di questa decisione nei prossimi giorni». West ha ribadito che gli Stati Uniti non romperanno le relazioni diplomatiche con i talebani, perché questo vorrebbe dire abbandonare 40 milioni di afghani. Il tema è ampio. Si parla di diritti delle donne, di futuro, anche di sopravvivenza di un Paese, che necessità di risorse, per andare avanti. L’istruzione è una “clausola” fondamentale per i rapporti con i Paesi occidentali. «La comunità internazionale ha ricevuto le assicurazioni necessarie e, cosa più importante, al popolo afghano è stato detto il 23 marzo che avrebbe visto le ragazze frequentare l’istruzione secondaria e ciò non è accaduto».

Le reazioni al divieto dei talebani di consentire l’istruzione anche alle ragazze
L’ex ministro degli Interni Hosna Jalil, ha dichiarato: «Abbiamo sostenuto una generazione, due terzi della popolazione, che sa come si presenta una vita migliore. Ecco perché non ci arrenderemo». Anche Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace 2014 per la sua lotta per il diritto all’istruzione di tutti i bambini, ha affermato che i tempi sono ormai molto diversi da quando i talebani hanno vietato per la prima volta l’istruzione delle ragazze nel 1996: «Questa volta è molto più difficile, perché le donne hanno visto cosa significa essere istruite. Stanno imparando nei nascondigli. Stanno protestando per le strade. Questo divieto non durerà per sempre. Stavano aspettando fuori dai cancelli della scuola con le loro uniformi e piangevano. Cercare l’istruzione è un dovere di ogni musulmano». Dalia Fahmhy, professoressa afghana di scienze politiche, ha sottolineato le differenze dagli anni Novanta. Nel 1999 nessuna ragazza frequentava la scuole secondaria. «E 15 anni dopo c’erano 3,7 milioni di ragazze».