Durante il mercato di gennaio è più facile vedersi rifilare un bidone oppure riuscire ad aggiustare la squadra con la pedina a lungo in seguita? Il dubbio resta, sebbene, complice la ritrosia dei club a far partire i migliori elementi a stagione in corso, la prima opzione tende ad avverarsi con maggiore frequenza. C’è, però, nella storia della nostra Serie A chi l’affare è riuscito a portarlo a casa. È successo con Edgar Davis, oggetto misterioso al Milan, capace di fare la fortuna della Juventus. Come dimenticare Alvaro Recoba, che prestato dall’Inter al Venezia visse sei mesi da fuoriclasse in laguna. Ancora, Giuseppe Rossi che insieme a Ranieri salvò un Parma secondo molti già spacciato. Ecco allora sette grandi colpi di gennaio degli Anni Dieci.
Serie A, i migliori affari del mercato di gennaio dal 2010
Goran Pandev – Inter (2010)
Iniziamo con deroga, visto che il 2010 potrebbe (a seconda dei punti di vista) essere l’ultimo anno dei Duemila oppure il primo dei Dieci. Fu in quella sessione di calciomercato invernale che l’Inter prelevò Goran Pandev, reduce da una burrascosa rottura con la Lazio. Era in biancoceleste dal 2004, proveniente proprio dal club nerazzurro nell’ambito dell’affare-Stankovic. Il macedone si rivelò tassello importante per l’Inter che di lì a qualche mese avrebbe conquistato il Triplete. Il tecnico Mourinho lo schierò fin da subito tra i titolari, ottenendone in cambio ottime prestazioni e qualche rete pesante: giocò dal primo minuto anche la finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Salutò dopo un anno e mezzo, destinazione Napoli. Oggi, gioca ancora nel Genoa.

Andrea Barzagli – Juventus (2011)
La Juventus non poteva sapere di avere tra le mani un clamoroso crack, quando, a metà della sciagurata stagione 2011/12, portò a Torino Andrea Barzagli. Già campione del Mondo nel 2006 con l’Italia e di Germania con il Wolfsburg nel 2009, era poi caduto in disgrazia nello stesso club tedesco. Si vestì di bianconero per appena 300 mila euro e dalla stagione seguente avrebbe formato l’inespugnabile Bbc con Bonucci e Chiellini, contribuendo ad aprire un impressionante ciclo di vittorie alla Juventus. In bianconero collezionerà 281 presenze. Per la cronaca, nella stessa sessione di mercato sbarcò a Torino anche Alessandro Matri, altro protagonista del primo scudetto targato Conte.
Mark Van Bommel – Milan (2011)
A metà stagione 2010/11, allergico a Pirlo che comunque era spesso infortunato, Max Allegri era alla ricerca di un centrocampista in grado di proteggere la difesa. Il prescelto arrivò dalla Baviera, olandese d’origine, rispondeva all’identikit di Mark Van Bommel, pedina espertissima e vincente che in carriera aveva vestito le maglie di PSV Eindhoven, Barcellona e, appunto, Bayern. I tedeschi lo concessero ai rossoneri in prestito gratuito. Fu un affarone: anche grazie alla sua sagacia tattica, il Milan riuscì a conquistare quello che al momento è l’ultimo scudetto della sua storia. Van Bommel salutò San Siro il 13 maggio 2012, dopo 50 presente in rossonero, in una giornata che vide anche l’addio di Nesta, Seedorf, Gattuso, Inzaghi, Zambrotta, Thiago Silva e quello pur provvisorio di Ibrahimovic.

Radja Nainggolan – Roma (2014)
L’acquisto di Radja Nainggolan non ha portato la Roma alla vittoria di alcun trofeo (e lui stesso in carriera non ne ha alzato nemmeno uno), ma per il club giallorosso rimane senza dubbio un arrivo di gennaio da ricordare. Per due motivi. Innanzitutto per le prestazioni in sé: negli anni successivi, il belga si affermò come uno dei centrocampisti migliori del campionato. Addirittura 11 le reti messe a segno nel 2016/17. E poi, Nainggolan giunse alla Roma alla fine di un braccio di ferro con la Juventus, per sua espressa volontà: sono pur sempre soddisfazioni.
Antonio Candreva – Lazio (2012)
A gennaio del 2012 Antonio Candreva era un calciatore 25enne che non aveva ancora trovato la sua collocazione, geografica e tattica. Di proprietà dell’Udinese, era reduce da una serie di prestiti: Livorno, Juventus, Parma, Cesena. Tre anni prima aveva anche giocato in Nazionale, poi però si era perso per strada. Giunse alla Lazio a 15 secondi dalla chiusura del calciomercato, in uno scambio di prestiti con il Cesena, in cui Simone Del Nero compì il tragitto opposto. Accolto con fischi dalla tifoseria laziale all’esordio, per via della sua presunta fede romanista, Candreva ci mise un paio di mesi a trasformarli in applausi. Accadde il 7 aprile contro il Napoli, quando venne schierato da Reja esterno destro offensivo in un 4-2-3-1. Candreva, fino a quel momento interno di centrocampo, trovò il ruolo della vita: alla Lazio saranno 192 presenze e 45 gol.
Mohamed Salah – Fiorentina (2015)
Anche in questo caso, il formidabile acquisto di gennaio non cambiò tutto sommato le sorti della stagione. Ma che intuizione formidabile ebbe Daniele Pradè, che nel 2015 fece arrivare in prestito con diritto di riscatto Mohamed Salah, reduce da un deludente anno solare al Chelsea? L’egiziano segnò il primo gol con la maglia viola il 14 febbraio, ma negli occhi restò soprattutto la doppietta rifilata alla Juventus in Coppa Italia il successivo 5 marzo. Salah chiuse la stagione con 9 gol in 26 partite con la Fiorentina, decisa ad acquistarlo a titolo definitivo. Ma, dopo sei mesi da protagonista, pur amatissimo in città Salah decise di cambiare aria. Rifiutò così di rimanere in viola, sfruttando una scrittura privata. Ando, come desiderato alla Roma, trampolino di lancio verso Liverpool.

Jorginho – Napoli (2014)
Nel mercato di riparazione di inizio 2014, il Napoli decide di investire una discreta cifra per acquistare Henrique, Ghoulam e Jorginho. Il primo è la classica ciambella che non uscì con il buco, gli altri due si rivelarono invece ottimi affari. Se il terzino sinistro algerino non si fosse ritrovato a fare i conti con tantissimi infortuni, forse sarebbe lui il protagonista di questo paragrafo. E invece lo è l’italobrasiliano Jorginho, che dopo un inizio in sordina con Benitez diventò il cervello del godibilissimo Napoli di Sarri, che poi seguì al Chelsea (dove gioca ancora oggi), nonché la pietra angolare del centrocampo azzurro di Mancini a Euro 2020.