Espulsioni quotidiane, tende e rifugi di fortuna distrutti, coperte e sacchi a pelo confiscati. Accade a Calais e sulle coste settentrionali della Francia dove i migranti continuano a subire «umiliazioni quotidiane». A denunciarlo il rapporto Enforced Misery: The Degrading Treatment of Migrant Children and Adults in Northern France pubblicato giovedì 7 ottobre da Human Rights Watch. Nel lavoro di 79 pagine, che arriva cinque anni dopo lo smantellamento della Jungle (ottobre 2016), l’Ong sottolinea come le politiche francesi non solo si siano rivelate inutili ma hanno reso la vita dei migranti se possibile ancora più difficile.
Almeno 2 mila persone accampate a Calais e nei boschi di Grande-Synthe
A Calais e dintorni, a metà del 2021, più di 2 mila persone, di cui almeno 300 bambini, vivevano in accampamenti di fortuna e sotto i ponti sperando di riuscire a raggiungere in qualche modo il Regno Unito. Altre centinaia, tra cui molte famiglie con minori, soggiornavano nei boschi vicino a Grande-Synthe, a pochi chilometri da Dunkerque. Questo mentre la polizia francese procede con «espulsioni periodiche di massa» che «spingono i migranti a spostarsi in continuazione». Non solo, come denuncia il rapporto «gli agenti confiscano le tende o le tagliano rendendole di fatto inutilizzabili», ponendo di fatto restrizioni all’accesso all’assistenza umanitaria. «Quando la polizia arriva abbiamo cinque minuti per uscire dalla tenda prima che venga distrutta», ha raccontato una donna curdo irachena intervistata da HRW. «La polizia ha tagliato il telone che faceva da tetto al nostro riparo».
Il rapporto Human Rights Watch: nel 2020 effettuati più di 1.000 espulsioni
Le restrizioni alla distribuzione di beni di prima necessità
I funzionari locali hanno anche posto restrizioni alla distribuzione di beni di prima necessità e all’accesso all’assistenza umanitaria. Ci sono ordinanze che vietano la distribuzione di cibo e acqua da parte delle associazioni, mentre i punti di raccolta per gli aiuti vengono continuamente spostati. Sono i bambini e le donne a pagare il prezzo più alto. Gli accampamenti di Calais infatti non hanno servizi igienici separati e a Grande-Synthe mancano completamente.