Il caffè della buonanotte

Redazione
31/05/2021

Sfatato un mito. Secondo uno studio americano anche un'assunzione in grandi quantità, non contrasterebbe i problemi causati dall'assenza di sonno.

Il caffè della buonanotte

Uno studio recente, pubblicato sul Journal of Experimental Psychology, dimostra che la caffeina è molto meno efficace di quanto si possa credere. La ricerca chiedeva a 276 partecipanti con difficoltà ad addormentarsi, di completare due attività dopo aver assunto caffeina. La prima, premere un pulsante ogni volta che si accendeva una luce, necessitava di semplice attenzione. Più complicata la seconda, ossia terminare una procedura, seguendo un ordine e senza saltare i passaggi. «Abbiamo scoperto che la privazione del sonno comprometteva le prestazioni in entrambi gli esercizi», afferma Kimberly Fenn, professore associato della Michigan State University e autore principale della ricerca. Soprattutto, che la caffeina ha avuto un effetto minimo sul compito più complicato.

Inutile il ricorso alla caffeina

Ne deriverebbe, insomma, che la sostanza non compensa gli effetti negativi dei disturbi del sonno sulle capacità cognitive, sebbene aiuti a rimanere svegli e attenti. Lo studio ha un valore importante per persone che svolgono attività procedurali, come chirurghi, piloti e primi soccorritori e dimostra che il sonno è essenziale per evitare errori. Ai partecipanti erano state somministrate pillole di caffeina da 200 mg, una dose elevata se rapportata alla classica tazzina, dove se ne trova circa la metà.

«Anche se le persone pensano di compensare l’assenza di sonno con la caffeina – osserva Fenn – le loro prestazioni non potranno avere gli stessi risultati. Non dormire, dunque, potrebbe scatenare conseguenze pericolose nello svolgimento di alcune attività».