BuzzFeed, noto sito di informazione e intrattenimento statunitense, chiude la sezione News. Lo ha annunciato il Ceo Jonah Peretti in una nota allo staff, parlando di una divisione ormai non produttiva e insostenibile. Una chiusura che coinvolgerà circa 60 giornalisti, i quali saranno trasferiti probabilmente nelle redazioni di altri siti del gruppo editoriale tra cui HuffPost. La mossa si inserisce all’interno di una più ampia riduzione del personale, con la società pronta a licenziare il 15 per cento della forza lavoro. Previsto il taglio di 180 dipendenti fra business, contenuti, hi-tech e amministrazione. Nata nel 2011 come costola del sito di intrattenimento, che rimarrà in vita, BuzzFeed News aveva presentato inchieste di alto livello, tanto da vincere due anni fa il premio Pulitzer.
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BuzzFeed, le ragioni della chiusura e la reazione dei redattori
Per quanto improvvisa, la chiusura di BuzzFeed News non è un fulmine a ciel sereno. Già lo scorso anno, infatti, diversi dirigenti e redattori avevano accettato una buonuscita. Nato nel 2006, BuzzFeed rappresenta da tempo un modello di business capace di mixare notizie e contenuti virali tra cui i celebri quiz. La sezione News era attiva dal 2011, quando nacque con l’ambizioso intento di fornire almeno uno scoop al giorno. L’idea di base era infatti quella che i contenuti virali di BuzzFeed potessero richiamare importanti pubblicità e, di conseguenza, sostenere il giornalismo di qualità. Un piano che ha funzionato per oltre un decennio tanto che nel 2021 ha vinto addirittura il prestigioso premio Pulitzer per un’inchiesta sui campi di detenzione degli uiguri nella provincia cinese dello Xinjiang.

Oggi però il progetto è diventato economicamente insostenibile. Parlando di una «scelta dolorosa», il Ceo Peretti ha detto di non poter più investire in un media non redditizio. Fra le cause della crisi, il declino di Facebook, su cui BuzzFeed News ha sempre puntato per aumentare il suo traffico online. «La nostra industria sta soffrendo, ma è pronta a rinascere», ha scritto Peretti ai dipendenti. «Ci stiamo già impegnando per un futuro luminoso». Una decisione dunque apparentemente inevitabile, ma non secondo alcuni giornalisti. La caporedattrice Karolina Waclawiak ha parlato di scarsa lungimiranza per una crisi che si sarebbe potuta affrontare per tempo. A sua detta, il fallimento è simbolo di un problema più ampio che coinvolge l’intero mondo del giornalismo, dove potrà sopravvivere solo chi richiede un abbonamento. «In questo modo solo chi potrà pagare avrà l’informazione corretta», ha concluso. «Gli altri dovranno subire la dilagante diffusione di fake news».