Chi nel 2004 viaggiava in macchina nel Kent, una volta giunto a destinazione trovava diversi insetti spiaccicati su targa e parabrezza. Ora quel numero si è ridotto alla metà. Un crollo rilevato da una ricerca, come spiega il Guardian, che ha lanciato l’allarme sul calo della popolazione di insetti nelll’area. Animali fastidiosi per molti ma essenziali agli ecosistemi. Ora lo studio proseguirà grazie all’ente benefico Buglife che ha lanciato l’app gratuita Bugs Matter con cui le persone possono raccogliere dati preziosi. Gli utenti devono pulire la targa prima di mettersi alla guida, mentre la app registra posizione e orario. Una griglia stampata, inviata via e-mail, viene quindi posizionata sopra la targa e alla fine del viaggio l’utente conta le tracce di insetti all’interno dei quadrati inserendo nel sistema i dati con tanto di immagine della targa. «La diminuzione della popolazione di insetti volanti dovrebbe essere una delle principali preoccupazioni per tutti», sostiene Andrew Whitehouse, di Bug Life. «L’app Bugs Matter offre a tutti l’opportunità di prendere parte a un monitoraggio che ci aiuterà a comprendere meglio lo stato di salute delle popolazioni di insetti e il nostro ambiente nel suo complesso».
Pesticidi e sostanze chimiche mettono a rischio la popolazione di insetti
Gli scienziati avvertono che le popolazioni di insetti – di gran lunga gli animali più vari e abbondanti sulla Terra, con milioni di specie – sta assottigliandosi a ritmi vertiginosi. Eppure, sono essenziali per gli ecosistemi da cui dipende l’umanità: impollinano le piante, forniscono cibo ad altre creature e riciclano i rifiuti della natura. Nel Regno Unito, per esempio, molte specie di calabroni si sono più che dimezzate negli ultimi 60 anni, come pure il numero di farfalle. Stesso fenomeno si è registrato nelle zone rurali della Danimarca, con un calo dell’80 per cento di insetti nell’ultima ventina d’anni. «La causa principale di questo declino è l’uso di sostanze chimiche nelle nostre campagne e nei giardini», spiega Paul Tinsley-Marshall del Kent Wildlife Trust. «Ma abbiamo bisogno di molti più dati per determinare le tendenze. Ciò rafforzerà la nostra richiesta di una riduzione dell’uso di pesticidi per salvare l’habitat degli insetti»