C’è luce dietro il buco nero

Redazione
29/07/2021

Per la prima volta sono stati osservati fotoni provenienti dal dark side del corpo celeste. È la prova di come curvi lo spazio-tempo circostante, proprio come teorizzato da Einstein.

C’è luce dietro il buco nero

Per la prima volta gli scienziati sono riusciti a scorgere – e fotografare – la luce, o meglio un riverbero di luce, proveniente da dietro un buco nero. Un’osservazione che conferma per la prima volta la teoria della relatività generale di Einstein. I risultati dello studio sono stati pubblicati il 28 luglio  sulla rivista Nature.

Si tratta di un fenomeno che sulla carta potrebbe sembrare impossibile. I buchi neri, infatti, con il loro elevatissimo campo gravitazionale sono per natura divoratori di luce, non certo fonti luminose. Solo nel 2019 l’Event Horizon Telescope riuscì a ricostruire, grazie all’aiuto di una decina di telescopi dislocati in tutto il mondo, l’immagine di un buco nero.

Quel riverbero di emissioni inaspettato

Il team di Stanford ha studiato i segnali, catturati dai telescopi Nustar e XMM-Newton per i raggi X, provenienti dalla galassia I Zwicky 1 (I Zw 1), distante 876 milioni di anni luce dalla Terra. In particolare sono state osservate le emissioni di raggi X provenienti dal buco nero supermassivo di questa galassia. Alcune delle emissioni osservate – che non hanno stupito gli scienziati – provenivano dalla corona del buco nero, un’area a temperatura elevatissima che emette appunto raggi X. Ma la squadra si è accorta quasi per caso anche della presenza di un altro tipo di emissioni più brevi e dai colori più sfocati. Questo riverbero, come un’eco, proveniva da dietro il buco nero. «Qualsiasi tipo di luce che entra in quel buco nero non esce, quindi non dovremmo essere in grado di vedere nulla che si trovi dietro il buco nero», ha spiegato all’Independent Dan Wilkins, astrofisico della Stanford University fra gli autori della ricerca. «La ragione per cui tutto ciò è stato possibile è che quel buco nero sta deformando lo spazio, piegando la luce e torcendo i campi magnetici attorno a sé». Questo fenomeno era già stato ipotizzato a livello teorico dalla relatività generale di Albert Einstein: la luce proveniente da dietro il buco nero è visibile proprio grazie alla curvatura dello spazio-tempo provocata dallo stesso corpo celeste. Averla osservata rappresenta una scoperta epocale: «Cinquant’anni fa, gli scienziati non avevano idea che un giorno avremmo avuto le tecnologie per osservare direttamente questi fenomeni e vedere la teoria della relatività di Einstein in azione», ha commentato Roger Blandford, co-autore dello studio.