Brunetta, gaffe social sullo smart working nella PA: alibi per non fare nulla

Redazione
27/09/2021

Sugli account social del ministero della pubblica amministrazione è comparso – poi rimosso – un articolo ironico sui dipendenti pubblici. Ed è subito partita la richiesta di dimissioni

Brunetta, gaffe social sullo smart working nella PA: alibi per non fare nulla

Scivolone social per il ministero della pubblica amministrazione. Sull’account Twitter del dicastero guidato da Renato Brunetta, infatti, è comparso un articolo satirico (realizzato da Il Giornale d’Italia) firmato da Ugo Fantozzi in cui si lamentavano le difficoltà di avvalersi del servizio pubblico al tempo dello smart working. Il titolo dell’articolo è emblematico: Uffici pubblici, Covid come summo alibi per non fare nulla. Ricordiamo che dal 15 ottobre tornano in ufficio i 3,2 milioni di dipendenti pubblici che, dall’inizio della pandemia, hanno lavorato in smart working

Oltre l’ironia

Nell’articolo, con toni palesemente sarcastici, si racconta l’odissea di un cittadino milanese per riuscire a ottenere il permesso di parcheggio e di transito nella Ztl. Il malcapitato si reca presso gli uffici comunali, deserti, chiedendo udienza. Ma non ha prenotato, e viene quindi rimandato indietro nonostante non ci sia nessuno in coda agli sportelli.

La condivisione sui social

L’articolo ironico è però diventato estremamente “serio” quando è stato postato sull’account ufficiale del ministero della Pubblica Amministrazione. Il link è rimasto visibile per pochi minuti, prima di venire rimosso. Un tempo comunque sufficiente per far montare la protesta. Sono oltre tre milioni i dipendenti della pubblica amministrazione che sicuramente non avranno apprezzato di essere messi alla stregua di fannulloni di – è il caso di dirlo – fantozziana memoria.

L’hashtag #brunettadimettiti

In pochi secondi, infatti, sui social è iniziata a correre l’indignazione e l’hashtag più utilizzato è stato #brunettadimettiti. A quel punto, perfino la ministra Fabiana Dadone, titolare del dicastero della gioventù, ha preso le distanze dal ministro e dal Tweet incriminato. «Una grossa debolezza di chi attacca a spron battuto il lavoro agile è quella di non saper discernere tra una società che consuma e una società dei consumi. Chi guarda al lavoro agile come ad un problema ha già perso la sfida perché non ha guardato a oggi ma si è voltato a rimestare nello ieri» ha dichiarato la Dadone.