Britney Spears al settimo cielo per la fine del controllo dei beni

Redazione
30/09/2021

Il 30 settembre la pop star si è svegliata per la prima volta da 13 anni senza dover rendere conto al padre di ogni sua spesa

Britney Spears al settimo cielo per la fine del controllo dei beni

Per la prima volta Britney Spears parla della fine della tutela paterna dei suoi beni dopo 13 anni. Britney ha detto che «vola» sopra le nuvole e si sente «al settimo cielo» dalla gioia.

Britney libera dal giogo paterno

La cantante il 30 settembre si è svegliata per la prima volta dal 2008 senza dover rendere conto al padre Jamie di ogni sua minima spesa. Britney ha postato su Instagram un video che la vede ai comandi di un aereo a elica nelle stesse ore in cui la giudice Brenda Penny dava torto al genitore definendo «insostenibile» l’attuale situazione.

Britney «vola» durante la sentenza

«Sono al settimo cielo» ha scritto la pop star  «Per la prima volta piloto un aereo e per la prima volta sono su un aereo a elica. Geez, ho avuto paura», ha scritto la popstar che non ha partecipato all’udienza nella Stanley Mosk Court di Los Angeles. Secondo People l’artista è fuori città con il fidanzato Sam Asghari per una vacanza decisa per alleviare lo stress del procedimento legale.

La gioia dei fan

Immediate le congratulazioni dei fan, a partire da Cher e Dionne Warwick, mentre papà Jamie, attraverso un avvocato, condannava la decisione della corte: «La Penny ha sbagliato a sospenderlo affidando a un estraneo il controllo dei beni di Britney e prorogando la tutela legale che lei stessa voleva revocata».

Molti interessi sono ancora in gioco alla luce dei 60 milioni di dollari della fortuna di Britney e il potenziale della 39enne cantante di regalare ai fan nuovi successi.

Se Britney vola sopra le nuvole, al settimo cielo sono anche i militanti #Free Britney scesi in piazza ieri da Los Angeles a Londra. C’erano non solo fan, ma anche tanti attivisti che hanno fatto del caso della popstar il simbolo dell’impegno contro un istituto legale spesso al centro di abusi come illustrato dal film di Netflix I care a Lot con Rosamund Pike.