Più che gli influencer e le celebrità, a dettare le tendenze negli ultimi anni sono le serie tivù. Dai teen drama come Euphoria, che ha rilanciato lo stile Anni 90 e il make up in technicolor tra Millennial e Generazione Z ai reboot come And Just Like That, che ha rinverdito l’amore dei telespettatori per il vintage, il piccolo schermo ha preso il posto di chi il trendsetter dovrebbe farlo per professione. Una situazione che, di recente, si è ripetuta anche con il corsetto, sfoggiato in titoli di successo come Bridgerton e The Gilded Age.
Tra alta società e Grammy Award: l’ascesa del corsetto
Tra balze, pizzi e stoffe satinate, il bustier ha conquistato i fashion victim e le grandi maison, fino ad arrivare addirittura ad Anna Wintour e al Met Gala, previsto per il 2 maggio: l’evento più importante dell’anno per il mondo della moda e il jet set, infatti, avrà come tema il Gilded Glamour, una celebrazione del gusto dell’età d’oro americana, tra 1870 e 1900. Un periodo di rapida crescita economica, durante il quale le donne dell’alta società erano solite indossare lunghi ed eleganti abiti che, nella parte superiore, presentavano corsetti striminziti e costellati di preziose e stravaganti decorazioni.

Con l’approdo sulle piattaforme di streaming di period drama ambientati proprio in quel periodo o poco tempo prima, social come TikTok si sono trasformati nel trampolino di lancio di trend come il Regencycore (che è riuscito a collezionare 32.9 milioni di visualizzazioni totali), rivisitando per il 21esimo secolo e il mondo del mainstream capi e accessori dal sapore rètro. Ed ecco che, da un momento all’altro, anche i red carpet di eventi come i Grammy si sono riempiti di popstar pronte a sfoggiare versioni moderne di corpetti in pelle o tempestati di strass.
Corsetto, un revival che sa di nostalgia e ricerca di un’eleganza perduta
Anche i numeri sottolineano il successo: l’amore per gli sfarzosi costumi indossati dalle attrici si è tradotto in una forsennata ricerca di pezzi simili da parte degli appassionati. Come dichiarato dai vertici di Asos: soltanto quest’anno, il sito ha venduto, in media, tre corsetti al minuto. Tuttavia, mettendo da parte l’influenza che la televisione ha esercitato e continua a esercitare nella spinta di quest’estetica, per molti rimane ancora poco chiaro il motivo per cui, in un’epoca monopolizzata dalla tecnologia, ci sia stato un revival così tenace di look decisamente poco in linea con lo spirito del tempo.

Secondo la professoressa della Central Saint Martin Harriet Worsley, «è una celebrazione del glamour a tutti gli effetti», ha spiegato in un’intervista al Guardian, «un ritorno nostalgico a uno charme femminile senza data di scadenza. Dopo due anni trascorsi in tuta o in pigiama tra le quattro pareti di casa, la gente vuole dare libero sfogo alla propria sensualità». Una necessità perfettamente racchiusa nella trasformazione di Billie Eilish che, per la copertina di Vogue, ha abbandonato i suoi outfit baggy per un ensemble da raffinata pin up.

Verso una versione ibrida del corsetto
Una prospettiva confermata anche da Patricia Maeda, direttrice dell’agenzia di trend forecasting Fashion Snoops. «Penso che a dare ancora più visibilità al corsetto ci penserà proprio il Met Gala», ha sottolineato, «rispetto ad altre kermesse come gli Oscar o i Golden Globe, lì si decide concretamente quel che è in e quel che è out, quel che merita di arrivare sulle passerelle e quel che, invece, deve rimanere sul fondo dell’armadio». Ma non è tutto. Da indumento rigorosamente legato alla dimensione delle mise da occasioni patinate, pare che possa diventare un elemento da mixare con blazer, jeans e indumenti casual.

«Al momento su Lyst, dove le ricerche sono aumentate dell’85 per cento negli ultimi tre mesi, il termine ‘corsetto’ è ancora quasi esclusivamente abbinato a lemmi correlati al mondo degli abiti da sera», ha aggiunto, «le cose, però, stanno cambiando. Ne arriveranno nuove versioni, in tessuti più morbidi e conformazioni più comode e flessibili, in grado di esaltare le forme senza condannare alla scomodità. Alternative ibride come quella di Fendi che punta a mescolare il comfort della t-shirt con la struttura del bustier, oppure giacche e soprabiti che ne riproducono i dettagli, già pronte a spiccare nelle nuove collezioni di Dior e Versace».
Il corsetto non raccoglie solo applausi
Ovviamente, non sono mancate le critiche: il noto influencer Bryanboy si è scagliato contro il ritorno di questa moda, che imporrebbe a chi la indossa uno sforzo sovrumano e parecchie rinunce alimentari. Per Maeda, si tratterebbe di una visione eccessivamente trenchant: «Non la penso così. Credo, invece, che come parecchie altre volte, anche in questo caso la moda ci offra una chance per alienarci, anche solo per poco, dalla realtà complicata che stiamo vivendo».