Unione europea e Regno Unito rimetteranno in discussione il Protocollo sull’Irlanda del Nord, uno dei punti centrali – e tra i più intricati da risolvere – dell’intero processo Brexit. Mercoledì 13 ottobre, nel pomeriggio, la Commissione europea discute a Londra una serie di misure per ammorbidire i controlli tra Gran Bretagna e Ulster, facilitando il passaggio delle merci tra le due isole. Nell’ambito degli accordi per Brexit, infatti, Belfast era stata considerata parte dell’Unione europea, una circostanza che aveva appesantito di passaggi burocratici l’importazione di beni dal Regno Unito all’Irlanda del Nord, nonostante la seconda faccia parte del primo (creando quindi una vera e propria dogana interna). Le proposte della Commissione costituiscono una base per un negoziato futuro, che potrebbe andare avanti ancora per settimane. Al termine delle quali, tra le altre cose, non è nemmeno detto che si raggiunga un accordo.
Unione europea e Regno Unito, perché si torna a parlare di Irlanda del Nord
Il Protocollo sull’Irlanda del Nord, entrato in vigore a gennaio 2021, sta però mettendo in difficoltà alcune aziende dell’Ulster, oltre a causare una carenza di prodotti alimentari nel Paese. Le nuove proposte dell’Unione europea, secondo il vicepresidente della Commissione Maros Sefcovic, saranno «di grande portata». Si parla già di regole diverse nel settore agroalimentare (agricoltura, orticoltura e trasformazione di bevande e alimenti) che riduca di netto i controlli sui prodotti che passano dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord, così come verrà snellito il passaggio di carni refrigerate, medicinali e piante.

Il Regno Unito ha già chiesto altre concessioni all’Unione europea
Queste proposte, secondo il ministro degli Esteri della Repubblica d’Irlanda, Simon Coveney, sono il risultato di «mesi di duro lavoro, e forniranno soluzioni pratiche affinché il protocollo funzioni ancora meglio. Spero che il governo del Regno Unito sia serio nel voler proseguire questa partnership». Dall’altra parte, però, sono già arrivate le controproposte: Lord David Frost, ministro per la Brexit nel Regno Unito, ha infatti presentato una versione alternativa dell’accordo che toglierebbe alla Corte di Giustizia dell’Unione europea la giurisdizione delle controversie tra Ue e Uk. Sul punto, però, Bruxelles sembra irremovibile nel non voler concedere deroghe, mentre i politici nordirlandesi hanno già dichiarato che la questione non è mai stata discussa e che le priorità sono altre.
1. I prefer not to do negotiations by twitter, but since @simoncoveney has begun the process…
…the issue of governance & the CJEU is not new. We set out our concerns three months ago in our 21 July Command Paper.
The problem is that too few people seem to have listened. https://t.co/Y7DDdgu0pC
— David Frost (@DavidGHFrost) October 9, 2021
Per questo, a partire da oggi inizieranno negoziati serrati per trovare compromessi soddisfacenti a tutte le parti coinvolte. Se le cose dovessero andare male, scrive la Bbc, il Regno Unito potrebbe far scattare una clausola che consente a ciascuna parte di sospendere unilateralmente alcune parti del protocollo in caso di emergenza. Questo, però, potrebbe a sua volta produrre delle ritorsioni da parte di Bruxelles, compreso un innalzamento delle tariffe sulle importazioni britanniche: una vera guerra commerciale, insomma.
Il Regno Unito ha sempre voluto sabotare il Protocollo sull’Irlanda del Nord
In queste ore hanno fatto discutere anche dei tweet di Dominic Cummings. Stratega della campagna elettorale per Brexit, ex consigliere di Boris Johnson (che in queste ore è sotto accusa per il «fallimento storico» dei suoi provvedimenti iniziali sul Covid), Cummings ha scritto che il governo britannico ha sempre voluto «abbandonare» il Protocollo dell’Irlanda del Nord, ma che lo ha accettato per uscire dallo stallo politico, favorire la vittoria dei conservatori alle elezioni 2019 e «colpire Corbyn» (il candidato del partito laburista arrivato secondo).
We took over a party on ~10%, worst constitutional crisis in century, much of deep state angling for BINO or 2REF. So we wriggled thro with best option we cd & intended to get the 🛒 to ditch bits we didn't like after whacking Corbyn. We prioritised. Now time for IM2 #Frosty
— Dominic Cummings (@Dominic2306) October 12, 2021
«Dovremmo attenerci agli accordi? Certo», si legge in un altro tweet. «Possiamo romperli? Certo. Come fanno Unione europea, Stati Uniti, Cina e tutti gli altri Stati. La diplomazia non può essere giudicata come se fosse un dibattito studentesco, e gli avvocati sono assunti proprio per questo motivo». Parole che hanno irritato l’ex primo ministro irlandese Leo Varadkar, che proprio con Johnson ha trattato il protocollo nordirlandese. «Questi commenti sono allarmanti, perché indicherebbero che il governo britannico ha agito in malafede. Il messaggio deve arrivare a tutti i Paesi del mondo: questo è un governo che non mantiene necessariamente la parola data, non rispetta necessariamente gli accordi che firma».